Superbonus, Rosignoli (Cnpr): Prorogata al 30 novembre la comunicazione antifrode

E’ stato prorogato al 30 novembre 2024 il termine per la comunicazione antifrode relativa al Super Sismabonus. La comunicazione, regolamentata dal DPCM del 29 ottobre 2024, è obbligatoria per chi ha intrapreso lavori di ristrutturazione sismica tramite il Super Sismabonus. “La proroga si applica specificamente per l’invio dei dati Portale nazionale delle classificazioni sismiche PNCS, per gli interventi con Stato Avanzamento Lavori approvato entro il 1° ottobre 2024 mentre i lavori con SAL successivi a tale data – sottolinea Guido Rosignoli, vicepresidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – devono seguire i termini previsti dall’articolo 6, comma 2, secondo punto elenco del DPCM 17 settembre 2024”.

La comunicazione antifrode è affidata ai professionisti responsabili del progetto e della direzione dei lavori che dovranno seguire uno schema preciso. Il progettista compila una scheda con i dati catastali dell’immobile e una stima preliminare delle spese; il direttore dei lavori aggiorna il resoconto delle spese effettive e previste, includendo i dati finanziari complessivi dell’intervento. Il collaudatore (fase non ancora attiva) dovrà in futuro confermare i dati catastali e asseverare la riduzione del rischio sismico.

“In caso di mancato rispetto della scadenza sono previste delle sanzioni che variano in base alla data di presentazione della CILAS. Se quest’ultima – conclude Rosignoli – è stata presentata entro il 29 marzo 2023 è prevista una multa di 10.000 euro mentre se è stata presentata dal 30 marzo 2023, è prevista la perdita completa delle agevolazioni fiscali”.

Superbonus, c’è tempo fino al 31 ottobre per richiedere il contributo a fondo perduto

I contribuenti con redditi di modesta entità che sostengono spese nell’anno 2024 per interventi agevolati con il Superbonus hanno tempo fino al 31 ottobre prossimo per presentare telematicamente la domanda di erogazione di contributi a fondo perduto. Dal 1° gennaio 2024, l’aliquota del Superbonus è scesa dal 110% al 90%.

Per compensare questa diminuzione, i contribuenti con redditi di modesta entità possono richiedere un contributo a fondo perduto.

“Il contributo riguarda le spese sostenute nel 2024 – spiega Michela Benna, consigliera d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – per interventi di riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici”.

Il contributo, che copre fino al 30% delle spese sostenute, sarà erogato solo per le spese sostenute dai singoli contribuenti o, nel caso di interventi condominiali, dal singolo condominio con un limite massimo di spesa di 96.000 euro.

Inoltre, il contributo non è soggetto a tassazione e non produce effetti fiscali.

“Possono presentare istanza solo coloro che hanno un reddito di riferimento del 2023 non superiore a 15.000, determinato in base al quoziente familiare, che gli interventi – conclude Benna – siano stati effettuati su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari, che i predetti lavori abbiano raggiunto al 31 dicembre 2023 uno stato di avanzamento non inferiore al 60% e che le spese siano state sostenute tra il 1° gennaio ed il 31 ottobre 2024”.

Superbonus, in arrivo una detrazione del 70%

Pubblicato il Decreto del MEF dello scorso 6 agosto che stabilisce i criteri e le modalità per l’erogazione di un contributo economico previsto per le spese sostenute nei primi dieci mesi del 2024, relative agli interventi di natura condominiale o assimilata per i quali spetta una detrazione del 70%.

“Il contributo riguarda le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024 per interventi condominiali o su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche. È necessario però – sostiene Rosa Santoriello, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – che alla data del 31 dicembre 2023 sia stato raggiunto uno stato di avanzamento lavori non inferiore al 60%, che i beneficiari siano le persone fisiche che sostengono le spese e abbiano un reddito di riferimento per il 2023 pari o inferiore a 15.000 euro”.

Il contributo può coprire fino al 30% delle spese sostenute, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ogni ciascuna unità immobiliare.

“Inoltre, le spese devono essere documentate tramite bonifico ‘parlante’ effettuato tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024. In caso di spese sostenute da più soggetti – prosegue Santoriello – il contributo è calcolato in base alla quota di spesa sostenuta da ciascun richiedente”.

L’istanza deve essere inviata telematicamente all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2024.

Il contributo verrà accreditato sul conto corrente bancario o postale indicato dal contribuente nell’istanza.

Superbonus, Santoriello (Cnpr): In caso di annullamento della comunicazione il contenzioso è inutile

In materia di superbonus, è di estrema attualità e complessità il tema del controllo e della gestione delle frodi. L’attività di controllo da parte dell’amministrazione finanziaria si è concentrata principalmente sui controlli preventivi, utilizzando le disposizioni introdotte dall’art.112-bis del D.Lgs n.34/2020. “La citata norma permette al Fisco di sospendere temporaneamente, fino a 30 giorni – sostiene Rosa Santoriello, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabiligli effetti delle comunicazioni relative alle cessioni di crediti e alle opzioni, nel caso in cui vengano rilevati profili di rischio”.
Secondo la giurisprudenza di merito, le contestazioni dell’Amministrazione finanziaria sono spesso avanzate senza un formale atto di contestazione, ma piuttosto per mezzo della procedura di controllo preventivo.
“In questi casi, a seguito della sospensione temporanea e l’annullamento della comunicazione – prosegue Santoriello – il Fisco esplicita le motivazioni dell’annullamento solo nel provvedimento di diniego del potere di autotutela, che segue l’istanza di revisione del contribuente. Questo provvedimento assume quindi una funzione integrativa della ricevuta di annullamento”.
Un approccio anomalo che obbliga il contribuente a difendersi attraverso l’impugnazione della ricevuta di rigetto e del rifiuto espresso sull’istanza di autotutela, senza poter ottenere un vero contraddittorio preventivo, come previsto dallo Statuto del contribuente.
Inoltre, considerati i tempi lunghi del contenzioso, c’è il rischio che i crediti d’imposta oggetto del contenzioso risultino già scaduti e quindi inutilizzabili.

Dl Superbonus diventa legge, ma su retroattività Confindustria chiede tavolo

Il decreto con l’ultima stretta sul Superbonus incassa il via libera definitivo alla Camera (150 sì, 109 no) e diventa legge. Una misura fortemente voluta dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Tra le modifiche che erano state apportate in Senato, l’emendamento dell’esecutivo che aveva provocato lo scontro in maggioranza, con Forza Italia contraria, che introduce lo ‘spalma-crediti’ da quattro a dieci anni per le spese legate ai bonus edilizi con effetto retroattivo, a partire cioè da gennaio 2024.

Sul tema, interviene il neoeletto presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che chiede un tavolo al governo: “Ci aspettiamo che le norme non siano retroattive”, avverte, spiegando che gli industriali sono d’accordo sulla chiusura della misura ma, rileva il nuovo numero uno degli industriali, “non possiamo pensare che accada dall’oggi al domani, facciamo almeno finire i lavori alle imprese”. “Sediamoci a capire insieme il percorso di uscita, in maniera costruttiva – l’invito -. Le imprese si devono poter fidare”.

Per il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, però spalmare in 10 anni le detrazioni sostenute da gennaio 2024 consentirà di “dare più respiro alla finanza pubblica, arginando i danni economici, frodi, illegalità e speculazioni che si sono avvicendati in questi anni, provocati dalla demagogia grillina“.

Il dl prevede anche lo slittamento dell’entrata in vigore della plastic tax dal primo luglio 2024 al primo luglio 2026 e lo slittamento per la sugar tax dal primo luglio 2024 al primo luglio 2025. Stop inoltre, a partire dal primo gennaio 2025, alla compensazione per banche e assicurazioni dei crediti da bonus edilizi con i contributi Inps e Inail.
È prevista anche una norma anti-usura per cui banche, assicurazioni e intermediari che abbiano acquistato i crediti a un corrispettivo inferiore al 75%, a partire dal 2025 dovranno applicare a queste rate la ripartizione in sei quote annuali.

A partire dal 2028 e fino al 2033, i bonus ristrutturazioni scendono dal 36% al 30%. Troppo poco, per il Partito Democratico: “Non comprendiamo quali strumenti la destra metterà in campo dopo aver demonizzato ogni detrazione edilizia e ridotto gli incentivi fiscali ai livelli degli anni ’90“, tuona in aula il capogruppo Pd in commissione Ambiente Marco Simiani, che chiede con urgenza un un piano “innovativo ed efficace” per i bonus edilizi futuri, regolati in base alle fasce di reddito e alla classe energetica. “Con la riduzione delle detrazioni al 30%, il Governo rischia di compromettere gli sforzi per una transizione verso edifici più sostenibili”, insiste, sottolineando la necessità di un approccio “più strategico e inclusivo“.

Con una dotazione da 35 milioni di euro per il 2025, viene istituito un fondo a favore di chi sostiene spese per interventi da Superbonus energetici e antisismici su immobili danneggiati dai terremoti che sono avvenuti a partire dal primo aprile 2009, diversi da quelli in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria (che hanno già ricevuto altre sovvenzioni).
Con una dotazione da 100 milioni di euro per il 2025, poi, si istituisce un fondo per riconoscere un contributo a favore delle Onlus, delle Organizzazioni di Volontariato e delle Associazioni di Promozione Sociale per interventi di riqualificazione energetica e strutturale su immobili iscritti nello stato patrimoniale e utilizzati direttamente per lo svolgimento delle loro attività. “Siamo alla trentaduesima modifica in quattro anni, solo 13 ne sono state fatte in questa legislatura: un numero che genera il panico nel rapporto con i cittadini, con le imprese, perché chi vorrebbe fidarsi dello Stato capisce di non poterlo fare”, rileva la deputata di Azione-Per Valentina Grippo.

Tranchant la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella: “Ancora una volta governo e maggioranza segnano una distanza abissale rispetto al nostro ecologismo sociale e ambientale“, scandisce, denunciando la mancanza di idee della destra per “affrontare l’emergenza climatica, pensa di potersi sottrarre alla necessità di contrastare i cambiamenti climatici, magari proverà con erogazione una tantum o bonus a pioggia per incentivare opere che non risolveranno e non garantiranno il risparmio energetico”.

Superbonus, il governo incassa la fiducia al Senato. Ciriani: “Maggioranza mai stata in discussione”

Dopo giorni di attrito tra Forza Italia e il resto della maggioranza, il Dl Superbonus supera lo scoglio della fiducia al Senato e passa al vaglio della Camera. Il decreto ha rischiato di far cadere il governo in commissione Finanze a Palazzo Madama. Non è successo grazie all’intervento di Italia Viva e il testo è stato poi approvato in Aula con 101 Sì, 64 No e nessun astenuto con la fiducia posta dall’esecutivo. “Non è stato facile, perché il gruppo di Forza Italia non solo si è astenuto su un emendamento governativo, ma ha anche votato con l’opposizione alcuni emendamenti“, lamenta il senatore leghista Massimo Garavaglia, durante le dichiarazioni di voto al Senato. “Ma nonostante l’atteggiamento di FI l’emendamento governativo è stato approvato, i lavori si sono chiusi in maniera ordinata“, sostiene. La maggioranza “non è mai stata messa in discussione” per il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, che mette un punto alle polemiche: “I numeri, 101 a 64, non lasciano dubbi o spazi alle interpretazioni“. Quanto alla fiducia, si motiva con l’urgenza: “Abbiamo necessità di fare in fretta, siamo già abbastanza in ritardo sulla trasmissione del decreto alla Camera, dove deve essere approvato assolutamente entro mercoledì”, afferma Ciriani.

Per Forza Italia, incassato lo slittamento della Sugar Tax a luglio 2025, resta comunque il nodo dell’emendamento spalma-crediti retroattivo al primo gennaio 2024. Una questione di principio, per il segretario Antonio Tajani, che avverte: “Se diamo l’idea che possiamo fare norme retroattive la gente non si fida più di noi“. “Avremmo preferito più collegialità, ma siamo favorevoli al provvedimento nel suo complesso“, abbassa i toni il senatore azzurro Roberto Rosso in dichiarazione di voto, annunciando la fiducia di Fi al Dl, per “la profonda lealtà che ci caratterizza“. Ma, insiste, “prepariamoci ad aiutare le famiglie e le imprese che saranno in difficoltà“.

Il Superbonus è il “provvedimento più distruttivo, iniquo e folle, se vogliamo, della storia repubblicana recente“, sostiene il leader di Azione, Carlo Calenda, puntando il dito contro “la maggior parte delle forze politiche che sostenevano il governo Conte, che l’hanno approvato, ma allo stesso identico modo le forze dell’attuale maggioranza che lo hanno costantemente difeso“, il provvedimento, tuona, “più di destra mai fatto nella storia repubblicana“. E’ “sbagliato concettualmente“, anche per Matteo Renzi. Il leader di IV, forza che ha salvato il Dl, ricorda comunque che “è stato mantenuto per due anni dal governo Draghi e per due anni dal governo Meloni. E’ una misura sbagliata a cui il governo ha scelto di dare una risposta secondo noi non all’altezza della critica che il governo ha fatto, perché se dite che questo è la voragine dei conti pubblici dovreste spiegare anche quanti ministri hanno utilizzato il Superbonus“. “Tajani vota la fiducia al governo e incassa una nuova sconfitta, stavolta sul Superbonus”, è il tweet al vetriolo di Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, che affonda: “Da rassicuranti ad accondiscendenti, il passo è breve. Cosa si fa per sopravvivere”.

Tajani

Superbonus, il governo blinda il decreto e pone la fiducia: oggi il voto

Dopo gli attriti con Forza Italia, l’esecutivo blinda il decreto Superbonus, ponendo la fiducia al Senato. La ragione, ufficialmente, è un problema di tempi: il decreto scade martedì 28 maggio e la Camera deve avere il tempo di esaminarlo. Martedì in commissione Finanze il governo non è caduto grazie al voto di Italia Viva.

Ma il partito di Matteo Renzi domani in Aula voterà ‘no’. Ad annunciarlo dagli scranni di Palazzo Madama è il capogruppo Enrico Borghi: “Forza Italia non c’era ieri sera e non c’è oggi in quest’aula“, denuncia, puntando il dito contro una fiducia “totalmente imposta dal governo contro la propria maggioranza perché non si fida di un pezzo significativo della propria maggioranza“. Per questo, annuncia, “Italia Viva voterà convintamente contro la fiducia“. Iv considera il provvedimento adeguato, ma insiste Borghi: “Siamo all’opposizione del governo, pur non abdicando al nostro ruolo di partecipazione alla costruzione delle leggi”. E sul rinvio della Sugar tax di sei mesi rivendica il ruolo di Iv: “Siamo stati determinanti, se non ci fossimo stati noi e fosse stato per Forza Italia, gli italiani pagherebbero più tasse”.

Sul ‘no’ alla retroattività della norma ‘spalma-crediti‘, “abbiamo fatto una battaglia di principio: abbiamo detto che non si possono approvare norme con effetto retroattivo“, spiega il segretario di FI, Antonio Tajani. Ma questo, aggiunge, “non ha nulla a che vedere con la volontà di modificare le storture del Superbonus, con l’azione per risanare i conti pubblici“. In questo caso, per il vicepremier, si viola un principio giuridico base del diritto italiano che, ricorda, “prevede la non retroattività delle norme. Se altri partiti maggioranza non intendono difendere questo principio, noi non siamo d’accordo“. “Forza Italia si è battuta fortemente contro la retroattività. Lo ha fatto perché è convinta che lo Stato debba rispettare i patti che prende con i cittadini: non si cambiano le regole in corsa“, gli fa eco il capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Emilio Russo. “Abbiamo condotto una battaglia in Senato, non siamo riusciti a raggiungere il risultato di toglierla, ma non ci arrendiamo. Continueremo ad affermare questo principio sacrosanto come a vigilare che la pressione fiscale scenda anziché salire”.

Sul Superbonus bisogna riconoscere a questa maggioranza, al ministro Giorgetti e alla premier Meloni di essersi assunti la responsabilità di dire finalmente basta a questo provvedimento che in modo nefasto ha inciso sulle casse dello Stato e sulle tasche dei cittadini. Questa decisione giunge nel pieno della campagna elettorale delle europee, è giunto il tempo della serietà e su questa strada intendiamo proseguire”, mette in chiaro in aula il senatore di Fratelli d’Italia Fausto Orsomarso.

Le opposizioni non credono alla spiegazione del governo sui motivi d’urgenza: per il senatore del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli, l’esecutivo “non si fida di Forza Italia“. Gli va dietro il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia: “È evidente che pongono la fiducia su loro stessi, sulle loro divisioni, sulle loro fratture. E questo nonostante la disponibilità dell’opposizione a ridurre gli emendamenti in maniera significativa“. Una fiducia messa “perché la maggioranza è in crisi”, conferma il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni. Eppure, osserva, “c’erano tutte le condizioni per andare avanti senza“.

A dare man forte al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha fortemente voluto la retroattività alla spalma-crediti, parla da Bruxelles il commissario all’Economia Paolo Gentiloni: “Non siamo di fronte a un rischio Grecia, ma essendo andato fuori controllo fa bene il governo a correre ai ripari”. Se questa misura mostra di essere fuori controllo, insiste, “credo opportuno darci un taglio”, aggiunge, sottolineando come “dal punto di vista dei conti pubblici italiani la misura si è dimostrata molto pericolosa”.

Italgas

Italgas, nel primo trimestre +13,5% utile netto ma calano ricavi per fine Superbonus. Gallo: “2024 solido, avanti con decarbonizzazione”

“Siamo molto felici dei risultati del primo trimestre 2024” e “non credo che ci siano così tante compagnie che hanno avuto queste performance”. E’ soddisfatto l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo, dei conti del gruppo dei primi tre mesi dell’anno e, durante la conference call con gli analisti finanziari e gli investitori assicura che “il 2024 è all’insegna della solidità”.

In effetti, l’utile netto è in crescita del 13,5% 8 (a 117,6 milioni di euro), anche se i ricavi totali calano del 10,1% a 431,3 milioni di euro “per effetto della contrazione delle attività di efficienza energetica relative” al Superbonus. Nel primo trimestre, dice Gallo, “c’è stata una piccola coda, ma ci aspettiamo che arrivi a zero. Sulla base delle informazioni che abbiamo oggi, il cambio da 4 a 10 anni, il deprezzamento, dovrebbe riguardare solo i costi del 2024, quindi” il Superbonus “avrà un impatto davvero minimo sui nostri risultati”.

I ricavi regolati distribuzione gas sono pari a 403,5 milioni di euro (+11,2%). L’Ebitda dei primi tre mesi del 2024 ammonta a 325,7 milioni di euro in crescita del +9,6% rispetto al 31 marzo 2023, anche a seguito, spiega Italgas, “del miglioramento del Wacc regolato nella distribuzione gas in Italia”. Il gruppo ha effettuato investimenti tecnici per un ammontare pari a 160,9 milioni di euro e sono state posate 175 km di condotte di distribuzione del gas (di cui 104 in esercizio e 98 in Grecia).

Inoltre, a febbraio 2024 sono entrate nel perimetro di consolidamento circa 900 km di condotte relative all’Atem di Belluno. Investimenti, dice l’ad, che “hanno permesso di fornire ulteriore impulso allo sviluppo e alla trasformazione digitale di reti e impianti, in Italia e in Grecia, a sostegno della transizione ecologica al net zero”. Un lavoro importante “sul fronte della decarbonizzazione dei consumi e del risparmio energetico a sostegno dello sviluppo sostenibile dei territori e della crescita di valore del gruppo”. Nel primo trimestre, infatti, Italgas ha ridotto del 4% le emissioni di Scope 1 e 2, trainate dal calo dei consumi netti di energia (-14,2%). “Il nostro approccio per ridurre la carbon footprint sta mostrando importanti risultati”, conferma Gallo.

Il gruppo, intanto, guarda avanti e ha presentato un’offerta non vincolante per l’intero capitale sociale di 2i Rete Gas S.p.A. In caso di intese vincolanti, Italgas farà fronte al fabbisogno finanziario con un finanziamento ‘bridge’, garantito da J.P. Morgan. Ed è questa la ragione per cui il gruppo ha deciso di rinviare la presentazione del Piano Strategico 2024-2030, precedentemente prevista per il 12 giugno 2024. Grazie all’eventuale acquisizione, che rappresenterebbe “un’incredibile opportunità”, “otterremmo un significativo passo avanti – conferma Gallo agli analisti e agli investitori – nel consolidamento del settore generando maggiore efficienza, migliore qualità del servizio accelerando anche la transizione energetica al net zero”. Il tema Antitrust, dice, “ce lo porremo ad accordo vincolante raggiunto”.

In ogni caso l’amministratore delegato prova a rassicurare. Con l’eventuale acquisizione “non andremo a cambiare la nostra dividend policy. Abbiamo dimostrato che è una politica equilibrata e che il sistema continuerà a funzionare per la soddisfazione dei nostri azionisti e investitori”. Il meccanismo del 65% del payout “rappresenta il giusto equilibrio tra la remunerazione degli azionisti e la capacità dell’azienda di crescere; il fatto che abbiamo annunciato questo potenziale accordo per 2i ne è una chiara dimostrazione”. L’operazione non cambierà nemmeno i piani del gruppo in Grecia, che “sono stabili e avviati per i prossimi anni”. Qui, ricorda l’ad “ci vorranno ancora un paio di anni per raggiungere lo sviluppo italiano, ma stiamo procedendo molto più rapidamente del previsto e l’obiettivo è che alla fine del 2025 le nostre società siano allo stesso livello”.

Bonus edilizi, truffe per 15 miliardi di euro

Ammonta a 15 miliardi di euro il valore delle truffe legate ai bonus edilizi su oltre 200 miliardi di euro di opzioni comunicate all’Agenzia delle Entrate.

La maggior parte di questi, il 58% – ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini – sono riconducibili al bonus facciate, seguito dall’Ecobonus (il 23%), dal sismabonus (8%) e da Superbonus e bonus locazioni (5%).

“Di questi 15 miliardi, 8,6 miliardi sono stati soggetti a sequestro preventivo da parte dell’autorità giudiziaria, mentre 6,3 miliardi sono stati sospesi e scartati dalla piattaforma di cessione dei crediti. Crediti – sottolinea Michela Benna, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – che non sono stati tutti utilizzati per non pagare le imposte ma una parte di essi è stata bloccata prima dell’utilizzo o è stata acquisita da cessionari senza attenzione”.

Il meccanismo ha generato irregolarità anche nei crediti Ace, creati per incentivare la capitalizzazione delle imprese. I crediti inesistenti circolati a partire da settembre 2023 sono pari a circa 100 milioni di euro.

L’ammontare complessivo dei crediti ceduti o scontati, aggiornato al 4 aprile, è pari a 160,5 miliardi di euro, comprensivi dei crediti annullati o sequestrati dall’Autorità giudiziaria per frodi.

“Il Tesoro sta preparando una razionalizzazione delle norme relative alle agevolazioni edilizie per prevenire comportamenti opportunistici. Gli incentivi fiscali – conclude Benna- dovranno essere progettati in modo più attento, evitando aliquote troppo generose e prevedendo limitazioni più stringenti sui massimali di spesa”.

Bruxelles accende i riflettori sul Superbonus

Bruxelles accende i riflettori sul Superbonus.

Se da una parte il ministro dell’Economia Giorgetti è impegnato ad affrontare le sfide che il vasto investimento sulla misura ha prodotto, creando una sorta di ‘voragine’ finanziaria, con la conseguente scelta di eliminare ogni forma di sconto in fattura e cessione del credito (seguita da un dietrofront per avere dimenticato di esonerare le zone colpite dai terremoti), dall’altra l’Europa ha deciso di intervenire avviando una serie di controlli, coinvolgendo ben quattro istituzioni comunitarie: Corte dei Conti UE, Procura UE, Direzione Generale Affari Economici e finanziari della Commissione UE e l’ufficio UE per la lotta antifrode.

“Le Istituzioni europee, insieme a Guardia di Finanza, Enea, Ministero dell’Ambiente e Ragioneria Generale dello Stato – sostiene Rosa Santoriello, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – stanno avviando un rigoroso piano di controllo sul Superbonus 110% italiano, concentrato sulle spese e sui risultati ottenuti attraverso ispezioni dirette su quasi 60mila cantieri”.

La Commissione europea con il nuovo decreto PNRR, ha deciso di far luce sui 14 miliardi stanziati dall’Enea per l’efficientamento energetico e sui 4 miliardi del Fondo complementare. Controlli finalizzati a garantire la trasparenza e l’efficace impiego dei finanziamenti.

“Il PNRR prevede di finanziare interventi di efficientamento energetico – conclude Santoriello – su edifici residenziali per un totale di 13,9 miliardi di euro, con l’obiettivo di ristrutturare e riqualificare energeticamente 35,8 milioni di metri quadrati entro la fine del 2025”.

Tags:
,