Campi Flegrei, modello IA rivela nuovi sciami sismici e faglie nascoste

Per comprendere l’escalation di instabilità nei Campi Flegrei entra in campo l’intelligenza artificiale. Come quando si regola l’obiettivo di una fotocamera per rendere nitida un’immagine sfocata, il nuovo approccio consente ai ricercatori di identificare terremoti che gli strumenti precedenti non erano in grado di individuare da enormi insiemi di dati di monitoraggio sismico. La ricerca, frutto della collaborazione tra la Stanford University, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – Osservatorio Vesuviano e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, rivela un numero di terremoti quattro volte superiore a quello rilevato dagli strumenti precedenti e individua faglie precedentemente sconosciute.

Conoscere la posizione e la lunghezza di una faglia – lo spazio tra due blocchi di roccia che si muovono e causano terremoti – può aiutare i ricercatori a determinare la magnitudo dei terremoti futuri. Queste informazioni sono fondamentali per informare i residenti e gli urbanisti sui potenziali rischi e sulle opzioni di mitigazione.

Lo studio, pubblicato su Science, utilizza un modello di intelligenza artificiale creato a Stanford per fornire informazioni precise sulla posizione e la magnitudo dei terremoti in tempo quasi reale. Secondo i ricercatori, i risultati promettenti ottenuti nei Campi Flegrei suggeriscono che il sistema potrebbe essere adattato per migliorare la comprensione di altre aree dotate di sistemi di monitoraggio sismico, come Santorini, in Grecia, che all’inizio dell’anno ha subito una prolungata serie di terremoti. Individuare rapidamente l’origine di un terremoto durante un’attività sismica improvvisa e intensa è fondamentale per una risposta efficace alle emergenze.

Da gennaio ad agosto 2025 nei Campi Flegrei si sono verificati cinque terremoti con magnitudo superiore a 4. La nuova ricerca amplia la sismicità registrata dalle stazioni di monitoraggio dal 2022 al 2025 da circa 12.000 a oltre 54.000 terremoti. I dati hanno rivelato due faglie convergenti sotto la città di Pozzuoli, monitorata continuamente dall’inizio degli anni ’80, quando l’instabilità ha causato un innalzamento del terreno di oltre 1,8 metri e più di 16.000 terremoti hanno provocato l’evacuazione di 40.000 residenti.

“Queste lunghe faglie suggeriscono che un terremoto di magnitudo 5 non è da escludere”, ha affermato il coautore dello studio Bill Ellsworth, che co-dirige lo Stanford Center for Induced and Triggered Seismicity. “Sappiamo da tempo che questo è un luogo a rischio, fin dagli anni ’80, quando parte della città è stata evacuata, e ora stiamo vedendo per la prima volta le strutture geologiche che ne sono responsabili”.

La posta in gioco è alta per comprendere il complesso sistema naturale dei Campi Flegrei, che negli ultimi 40.000 anni ha prodotto due delle più grandi eruzioni in Europa. Tuttavia, a causa del potenziale pericolo per le persone e dei danni agli edifici e alle infrastrutture, “una delle maggiori preoccupazioni a breve termine nei Campi Flegrei non è un’eruzione, ma un terremoto moderato a bassa profondità”, ha affermato Beroza.

I Campi Flegrei sono una caldera larga 13 km, un’enorme depressione formata da grandi eruzioni vulcaniche circa 39.000 e 15.000 anni fa. Oltre alle eruzioni, subisce sollevamenti e cedimenti del terreno, chiamati bradisismo. “In precedenza, la struttura della sismicità nella caldera era indistinta, mentre ora abbiamo osservato una faglia ad anello molto sottile e ben marcata, coerente con le caratteristiche della superficie, in particolare al largo, e anche con l’area che sta subendo un sollevamento”, ha affermato Beroza.

“I nostri colleghi italiani sono rimasti sorpresi nel vedere l’anello così chiaramente”, ha aggiunto l’autore principale dello studio Xing Tan, dottorando in geofisica nel laboratorio di Beroza. “Si aspettavano di vedere qualcosa a sud, dove i dati precedenti avevano rivelato una sismicità sparsa, ma a nord non l’avevano mai vista così chiaramente”.

La ricerca suggerisce che l’inflazione complessiva della caldera sta guidando l’attività sismica attraverso la pressione. Gli autori dello studio non hanno osservato alcuna prova della migrazione verso l’alto del magma, il che riduce la preoccupazione a breve termine che l’area possa subire un’eruzione magmatica, secondo lo studio.

Terremoto Turchia - Siria

I terremoti più distruttivi della storia

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA sono riportati i primi 5 terremoti più potenti della storia. Il più devastante in assoluto si è registrato nel maggio del 1960 in Cile con una magnitudo di 9.5.

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Ingv: “Nel 2024 quasi 17mila eventi sismici in Italia, in media 46 al giorno”

Sono 16.826 i terremoti localizzati nel 2024 dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv): in media poco più di 46 eventi sismici al giorno (due in più rispetto al 2023), circa due terremoti all’ora. Una tendenza in linea con i dati degli anni precedenti: dal 2019, infatti, il numero totale dei terremoti localizzati nel nostro Paese si mantiene stabile tra i 16.000 e i 17.000 eventi sismici annui, in calo rispetto al triennio 2016-2018 quando l’Italia centrale venne interessata dalla sequenza sismica iniziata con il forte terremoto di Accumoli (RI) del 24 agosto 2016. I numeri del 2024 sono stati rilasciati in queste ore dai sismologi dell’INGV che, come ogni anno, hanno analizzato H24 i terremoti registrati in Italia e nelle aree limitrofe dalle Sale di Sorveglianza dell’Istituto a Roma, Napoli e Catania.

L’evento sismico più forte del 2024 è stato registrato a Pietrapaola (CS), in Calabria, con magnitudo Mw 5.0, seguito da una delle due sequenze sismiche che hanno interessato l’area ionica della regione tra maggio e settembre. Sebbene la maggior parte dei terremoti del 2024 sia stata di piccola intensità, 2.082 eventi sismici hanno avuto magnitudo pari o superiore a 2.0, quindi sono stati potenzialmente avvertiti dalla popolazione; tra questi, 26 terremoti hanno fatto registrare una magnitudo compresa tra 4.0 e 4.9 e soltanto uno (quello di Pietrapaola) ha raggiunto magnitudo 5.0, sul territorio nazionale. Il nostro territorio è stato interessato, anche nel 2024, da numerose sequenze sismiche, anche se generalmente di breve durata e con valori di magnitudo non elevati: le principali hanno interessato l’Italia centrale, la Calabria ionica, la provincia di Parma, il Mar Tirreno meridionale e l’area dei Campi Flegrei.

Il servizio di sorveglianza sismica che l’INGV svolge assicura la comunicazione dei parametri degli eventi sismici in tempi brevi alla Protezione Civile e al pubblico”, commenta Lucia Margheriti, Direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti (ONT) dell’INGV. “Siamo orgogliosi di svolgere questo compito e di fornire alla comunità scientifica i dati di base per migliorare la comprensione del processo sismogenetico. Puntiamo a migliorare sempre di più i servizi, i prodotti e la nostra comunicazione”.

Campi Flegrei, sciame sismico nella notte: scossa di magnitudo 3.9 in mattinata

Photo credit: Ingv

 

Uno sciame sismico intenso accende la paura nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 aprile ai Campi Flegrei, nel Napoletano.

Dalle ore 3.38 è in corso uno sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei. Sono i dati diffusi dall’Ingv, spiegando che “all’orario di emissione del comunicato sono stati rilevati in via preliminare 47 terremoti con magnitudo durata uguale o superiore a 0.0 (47 localizzati) e una magnitudo massima di 3.9“. L’evento maggiore è avvenuto alle ore 5.44. “La scossa di questa mattina è stata forte, 3.9 la magnitudo registrata dai sismografi dell’Osservatorio Vesuviano“, scrive sui suoi canali social il sindaco di Pozzuoli, Luigi Mazoni. Che prosegue: “Come accade in queste occasioni ci siamo attivati subito con i volontari della Protezione Civile e la Polizia Municipale. Al momento non si segnalano danni“. La conferma arriva anche dalla Protezione civile, che su Facebook avverte: “Dalle verifiche non risultano danni“.

C’è pure il commento del sindaco di Bacoli, altro comune dell’area. “È stata molto forte. L’abbiamo sentita tutti. Ed in tanti hanno avuto paura“, scrive suoi canali social Josi Gerardo Della Ragione. “Magnitudo 3.9. Ore 5.44. Con epicentro in mare, nel nostro golfo, davanti la costa di Bacoli. Voglio rassicurarvi, subito – avverte -. Non registriamo danni a cose e persone. Abbiamo ben percepito una nuova scossa legata al bradisismo dei Campi flegrei. Tra le più forti da quando stiamo rivivendo la recrudescenza del fenomeno sismico. Sono in contatto con l‘Osservatorio Vesuviano e la Protezione Civile Nazionale. Ho convocato il Centro Operativo Comunale e stiamo operando in sinergia con la Prefettura di Napoli. La situazione è sotto monitoraggio costante. Mi rendo conto delle preoccupazioni. Ma vi invito a mantenere la calma“.

Paura nella notte anche in Toscana. “Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 3.0 è stata avvertita dalla popolazione tra Barberino di Mugello e la Val di Bisenzio“, scrive sui social il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Sono circa 50 le scosse registrate nello sciame sismico, al momento non sono segnalate criticità“.

Terremoti, 100 mln per prevenzione. Musumeci: “Piano più robusto di sempre su Isole minori”

Cento milioni di euro, da dividere in 36 Comuni delle isole marine minori, per mettere in sicurezza gli edifici pubblici strategici dai rischi legati ai terremoti. A partire da scuole e ospedali. E’ l’inizio di un piano più articolato del ministero della Protezione civile, che arriverà a coinvolgere tutta la Penisola, da Nord a Sud.

Quello presentato oggi è comunque “il più robusto intervento di prevenzione antisismica mai realizzato sulle Isole minori“, rivendica Nello Musumeci. Sui territori coinvolti dalla misura, insistono circa 225mila italiani, in sette regioni (Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania, Lazio, Toscana e Liguria).

La pubblicazione del bando, a cura del dipartimento ‘Casa Italia’ in collaborazione con quello della Protezione civile, è anche una prima risposta al richiamo dell’articolo 119 della Costituzione che impone allo Stato di adoperarsi per ridurre i “gravi e permanenti svantaggi naturali della insularità“.

Siamo ormai abituati a guardare alle Isole marine soprattutto dal punto di vista paesaggistico e naturalistico e ce ne ricordiamo quasi sempre nei mesi estivi. Si tratta, invece, di territori fragili e vulnerabili, dal punto di vista della protezione civile, che hanno bisogno di una concreta messa in sicurezza. Ovviamente stiamo analizzando analoghi interventi di prevenzione antisismica anche sul territorio della Penisola“, spiega il ministro.

L’obiettivo finale, ribadisce, è “lanciare un piano serio, concreto, finalizzato in tutta Italia per i territori maggiormente esposti dal punto di vista sismico”.
Si inizia dalle isole minori perché le condizioni di chi ci vive sono “diverse” rispetto a quelle dei cittadini che vivono la penisola. “Ci sono tanti disagi dal punto di vista della mobilità e in caso di soccorso le operazioni diventano più complicate. Vogliamo rendere autonome le isole, mettendo in sicurezza gli abitanti e quanti lavorano nelle strutture pubbliche”, sostiene. Le isole in totale sono 49, 27 quelle interessate dal bando perché abitate. Ventidue sono le piccole isole disabitate e, avverte Musumeci, “dobbiamo lavorare perché questo numero si blocchi altrimenti fra 20 anni quasi tutte le isole minori lo saranno“.

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Dall’intelligenza artificiale una speranza per prevedere i terremoti. Studiosi puntano all’Italia

Un nuovo tentativo di prevedere i terremoti con l’aiuto dell’intelligenza artificiale ha suscitato la speranza che la tecnologia possa un giorno essere utilizzata per limitare l’impatto dei terremoti sulle vite e sulle economie. Sviluppato dai ricercatori dell’Università del Texas di Austin, l’algoritmo di intelligenza artificiale ha previsto correttamente il 70% dei terremoti una settimana prima del loro verificarsi durante una sperimentazione durata sette mesi in Cina.

L’intelligenza artificiale è stata addestrata a rilevare le oscillazioni statistiche nei dati sismici in tempo reale che i ricercatori avevano abbinato a terremoti precedenti. Il risultato è stato una previsione settimanale in cui l’IA ha previsto con successo 14 terremoti entro circa 200 miglia da dove aveva stimato che sarebbero avvenuti e con una forza quasi esattamente calcolata. Ha mancato un terremoto e ha dato otto falsi avvertimenti.

Non si sa ancora se lo stesso approccio funzionerà in altre località, ma lo sforzo è una pietra miliare nella ricerca per la previsione dei terremoti guidata dall’intelligenza artificiale.

“Prevedere i terremoti è il Santo Graal”, ha dichiarato Sergey Fomel, professore dell’UT’s Bureau of Economic Geology e membro del team di ricerca. “Non siamo ancora vicini a fare previsioni per qualsiasi parte del mondo, ma i risultati ottenuti ci dicono che quello che pensavamo fosse un problema impossibile è risolvibile in linea di principio”.

La prova faceva parte di un concorso internazionale tenutosi in Cina, in cui l’intelligenza artificiale sviluppata dalla UT si è classificata al primo posto tra 600 altri progetti. La partecipazione dell’UT è stata guidata dal sismologo del Bureau e principale sviluppatore dell’IA, Yangkang Chen. I risultati della sperimentazione sono pubblicati sulla rivista Bulletin of the Seismological Society of America.
I ricercatori sono fiduciosi che in luoghi con solide reti di rilevamento sismico, come la California, l’Italia, il Giappone, la Grecia, la Turchia e il Texas, l’intelligenza artificiale potrebbe migliorare il suo tasso di successo e restringere le sue previsioni a poche decine di chilometri.