Modello 730/2024: sì alla detrazione Irpef delle spese di trasporto pubblico

Modello 730/2024 è possibile richiedere la detrazione IRPEF per le spese sostenute nel 2023 per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. Sono detraibili gli abbonamenti che consento un numero illimitato di viaggi su un determinato percorso o sull’intera rete in un determinato periodo di tempo inclusi abbinamenti annuali, mensili e settimanali.

“L’importo massimo che può essere portato in detrazione è di 250 euro per ogni contribuente con una detrazione IRPEF del 19% – evidenzia Alfredo Accolla, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – il che vuol dire un importo massimo di 47,50 di rimborso. Tale limite applica complessivamente anche alle spese sostenute per i familiari a carico”.

Le spese devono essere riportate nel rigo da E8 a E10 della Sezione I del Modello 730/2024, utilizzando il Codice 40.

“La detrazione è riconosciuta per le spese effettivamente sostenute nel 2023, indipendentemente dal periodo di validità dell’abbonamento. Il pagamento – prosegue Accolla – deve essere effettuato tramite sistemi tracciabili e documentato con il titolo di viaggio, che deve riportare la data di inizio e di scadenza e la ricevuta di pagamento dell’abbonamento che attesti la tracciabilità del pagamento”.

Le spese rimborsate dal datore di lavoro nel 2023 indicate nella Certificazione Unica, non possono essere detratte. La detrazione è ammessa solo sulla parte di spesa non rimborsata.

È possibile cumulare la detrazione con il bonus trasporti, ma solo per la parte di spesa rimasta effettivamente a carico del soggetto.

 

 

Bus sempre più green

In Europa si diffonde il ‘biglietto climatico’ per il Tpl. Greenpeace: “Introdurlo anche in Italia”

Dal primo maggio Germania e Ungheria, seguendo l’esempio di altri Paesi europei, hanno introdotto il ‘biglietto climatico’, un titolo di viaggio a basso costo per il trasporto pubblico cittadino, gli autobus e i treni regionali su tutto il territorio nazionale. Una misura che, secondo Greenpeace, ha enormi vantaggi economici e climatici. Per questo motivo l’associazione ambientalista pubblica un’analisi del costo e dell’accessibilità dei biglietti del trasporto pubblico in tutta Europa.

Il rapporto di Greenpeace Europa centro-orientale (CEE) classifica trenta Paesi europei e le rispettive capitali sulla base di quattro criteri: disponibilità del biglietto climatico o multimodale e semplicità del sistema di biglietteria; costo del biglietto; presenza di riduzioni per alcune categorie di persone; ammontare dell’Iva sul trasporto pubblico. Nonostante ci siano differenze sostanziali fra i diversi Paesi, l’analisi mostra come il biglietto climatico perfetto ancora non esista in Europa. Oltre al Lussemburgo e a Malta, che hanno reso il trasporto pubblico gratuito, solo Austria, Germania e Ungheria hanno introdotto biglietti relativamente economici utilizzabili su tutto il territorio nazionale, con un costo medio inferiore ai 3 euro al giorno. In fondo alla classifica si trovano Bulgaria, Croazia e Grecia. L’Italia si colloca al ventunesimo posto, dato che non ha un sistema di biglietti unico e ogni azienda del trasporto pubblico ha il proprio. In Italia, finora solo la città di Bari ha sperimentato un abbonamento annuale per il trasporto pubblico cittadino a 20 euro l’anno. La situazione cambia nelle singole capitali europee dato che tutte offrono biglietti mensili o annuali validi per quasi tutti i mezzi pubblici e anche riduzioni per determinate categorie di persone (anche se con differenze significative). Roma si colloca al settimo posto nella classifica: il costo del biglietto annuale è al momento fra i più bassi in Europa, ma ci sono alcune limitazioni rispetto all’accessibilità alle riduzioni.

La mobilità è la seconda spesa delle famiglie europee dopo l’abitazione. I trasporti sono responsabili del 25% delle emissioni di gas serra dell’Ue e del consumo di quasi il 70% di tutto il petrolio utilizzato nell’Ue. “Incentivare il treno e il trasporto pubblico per ridurre i viaggi in auto e in aereo è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra e la domanda di petrolio, garantendo al contempo un risparmio economico per le famiglie. Insieme alla qualità e all’efficienza del trasporto pubblico, il costo del biglietto è un elemento decisivo nel convincere le persone a spostarsi in treno e con i mezzi pubblici”, spiega Greenpeace.

Il trasporto pubblico è una necessità vitale per milioni di persone, che contano ogni giorno su autobus, tram, metro e treni per spostarsi. Eppure l’Europa è ancora molto lontana dall’avere un sistema di trasporto pubblico integrato, economico e accessibile a tutte le persone”, dice Federico Spadini, della campagna Trasporti di Greenpeace Italia. “Anche il governo italiano e gli altri governi europei potrebbero introdurre il biglietto climatico nel giro di qualche settimana se ci fosse la volontà politica, riducendo sia le spese delle famiglie che le emissioni di gas serra dannose per il clima”, conclude. Ecco perché Greenpeace chiede ai governi e alle istituzioni dell’Unione Europea di impegnarsi per la diffusione di biglietti climatici accessibili, semplici, convenienti e inclusivi, validi a livello nazionale e sul lungo termine in tutta l’Ue. Greenpeace chiede anche di ridurre l’Iva sul trasporto pubblico e di assicurare investimenti significativi sulla rete ferroviaria e sul trasporto pubblico locale, favorendo l’intermodalità e garantendo copertura a chi vive nelle aree remote. Con una petizione rivolta al governo italiano Greenpeace chiede di introdurre il biglietto climatico e di promuovere misure concrete contro la crisi energetica e climatica.