Terremoto nelle Marche, una tragedia evitata

Il nuovo sisma, ha spiegato Andrea Billi, dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Cnr, “è stato causato dalla spinta tettonica che l'Appennino marchigiano esercita verso nordest nei confronti dell'antistante placca adriatica”

La terra trema nelle Marche e torna la paura. Alle 7.07 di questa mattina tutto il centro Italia ha avvertito una forte scossa di terremoto, di magnitudo 5.7, seguita da una serie di altre più piccole. L’epicentro era al largo della costa pesarese, ed è stato forse questo a evitare la catastrofe, a una profondità di 8 chilometri e a 30 chilometri da Fano e 35 chilometri da Pesaro. Ma la scossa si è sentita a Roma, così come a Firenze, fino in Veneto e in Trentino Alto Adige. Si è trattato, infatti, del terremoto più forte mai registrata nella costa settentrionale marchigiana dal 1930. Il nuovo sisma, ha spiegato Andrea Billi, dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Cnr, “è stato causato dalla spinta tettonica che l’Appennino marchigiano esercita verso nordest nei confronti dell’antistante placca adriatica”. Una regione ben nota ai sismologi e geologi come un’area sismicamente attiva. Da escludere, quindi, qualsiasi legame con le trivellazioni in mare, come confermato dall’Ordine dei Geologi delle Marche. “Si è trattato di un evento che possiamo considerare normale per la nostra regione: la fascia costiera e marina è infatti una delle tre zone sismo-tettoniche delle Marche”, ha dichiarato il presidente Piero Farabollini.
Nelle sei ore successive al primo terremoto, la terra ha continuato a tremare con altre 70 scosse di assestamento registrate. Tutte di lieve entità, ma per i cittadini marchigiani è bastato per rivivere il terrore del sisma del 2016. Gente in strada, dunque, anche in pigiama. Scuole chiuse e treni bloccati per gran parte della mattina.

Di fatto, non sono state segnalate vittime o danni ingenti. Per tutta la giornata i vigili del fuoco, uomini della protezione civile ed esperti di comuni e Regione hanno effettuato sopralluoghi per verificare lo stato di sicurezza degli edifici (oltre mille le richieste in intervento arrivate al numero di emergenza del 112). Per precauzione, molti sindaci hanno deciso da subito di chiudere le scuole (tra questi Ancona, Pesaro, Gabicce, Osimo, Grottammare, Fano, Macerata, Mondolfo/Marotta e Sant’Elpidio a Mare) , mentre Fs ha interrotto la linea ferroviaria adriatica nella mattinata per poi riprendere alle 12. Regolare il traffico portuale ed aeroportuale e nessuna conseguenza anche per le principali strutture sanitarie, rimaste aperte, salvo qualche caduta d’intonaco o di pannelli di controsoffitto. “Vediamo come evolverà la situazione; siamo in allerta e seguiamo l’evoluzione degli eventi“, ha spiegato il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, in costante contatto con il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e la premier Giorgia Meloni. La Regione ha intanto riunito il Centro operativo regionale, il ‘sistema’ è per l’ennesima volta in allerta e sta monitorando l’evoluzione della scia sismica. “Si prevede che lo sciame sismico continuerà anche nei prossimi giorni – ha fatto sapere – Alcune di queste repliche potrebbero essere risentite dalla popolazione, specie quella residente lungo la costa, senza escludere altri eventi di altrettanta entità, anche se al momento è impossibile fare previsioni“.
Intanto Curcio ha negato ci possa essere un’allerta tsunami perché con “il valore dell’evento a mare” del livello di quello che si è verificato poco dopo le 7 di oggi “in genere non produce onde tsunami” ma comunque “è partito il sistema allertamento internazionale” con i paesi limitrofi.