Tutti guardano ai dazi di Trump, ma quelli cinesi stanno mettendo in difficoltà uno dei settori chiave europei. Quello, ad esempio, dei liquori. Nel 2024, infatti, le esportazioni di vini e liquori francesi hanno registrato un calo del 4% in valore, pur mantenendo stabili i volumi. Il settore, tuttavia, rimane in attesa di eventuali sviluppi, tra cui l’imposizione di dazi doganali da parte dell’amministrazione Trump. Le vendite all’estero di vini, champagne, cognac e altri alcolici francesi hanno raggiunto i 15,6 miliardi di euro, con una diminuzione sia in valore che in volume.
La Federazione delle esportazioni di vini e spiritosi (FEVS) ha sottolineato che il dato segna un nuovo calo rispetto al 2023, ma con una stabilizzazione dei volumi, sebbene a fronte di una riduzione dei ricavi. “Il settore continua ad avere un saldo positivo nella bilancia commerciale francese, dopo aeronautica e cosmetici, ma questo saldo sta diminuendo“, ha spiegato Gabriel Picard, presidente della FEVS. Le esportazioni di alcolici francesi sono cresciute del 5% negli Stati Uniti, che rimane il principale mercato internazionale, mentre sono crollate del 20,2% verso la Cina, terzo mercato di riferimento, scendendo sotto la soglia del miliardo di euro. La FEVS ha attribuito questa flessione al deterioramento dell’economia cinese, accentuato dalla crisi immobiliare e dalla disoccupazione giovanile, che hanno influito sulla domanda interna. Le esportazioni verso l’area Cina/Hong Kong/Singapore hanno subito un calo significativo, con una contrazione del 21% che ha rappresentato circa il 90% della diminuzione complessiva.
Nel settore del vino, le vendite all’estero in valore sono scese del 3%, influenzate da un cambiamento nei comportamenti di consumo e da una generale diminuzione degli acquisti di vino. Tuttavia, la situazione è variata a seconda delle denominazioni. I vini di Bordeaux, ad esempio, hanno registrato un calo del 8,4%, mentre i vini della Borgogna sono aumentati del 9,1%, così come quelli della Valle della Loira, che hanno visto un incremento del 5%. Lo champagne, che rappresenta il 35% delle esportazioni di vino, ha sofferto particolarmente con una diminuzione delle vendite internazionali dell’8%.
Per quanto riguarda gli spirits, le esportazioni sono scese del 6,5%, influenzate dalla flessione del mercato cinese e dalla riduzione del reddito disponibile delle famiglie. Il cognac, che rappresenta il 66,6% delle esportazioni di spirits, ha visto una diminuzione del 10,9%. La FEVS ha sottolineato che questa flessione è stata in parte causata dall’inchiesta antidumping avviata dalla Cina nel 2024 contro i distillati di vino prodotti nell’Unione Europea, inclusi cognac e armagnac, in seguito ai dazi sull’import europeo di auto elettriche made in China. Le ritorsioni commerciali cinesi hanno causato una diminuzione del 25% delle esportazioni di questi distillati verso l’area Cina/Hong Kong/Singapore.
Per il 2025, la FEVS prevede una notevole incertezza geopolitica, in particolare per quanto riguarda le relazioni con la Cina e gli Stati Uniti, con la possibilità di nuovi dazi doganali sui prodotti europei da parte dell’amministrazione Trump. Gabriel Picard ha sottolineato l’importanza di dichiarazioni misurate ed efficaci da parte dei governi francesi ed europei, facendo riferimento alle difficoltà generate dal conflitto tra l’Ue e la Cina riguardo la tassazione delle importazioni di veicoli elettrici cinesi, a cui la Cina ha risposto imponendo dazi sul cognac. La FEVS ha chiesto un intervento urgente per risolvere il problema bilaterale franco-cinese, evidenziando la forte domanda da parte della filiera del cognac e dell’armagnac di trovare una soluzione a questa crisi commerciale.