Ue, report Draghi: Servono più spese per difesa, 500 mld investimenti aggiuntivi

“Il deterioramento delle relazioni geopolitiche crea anche nuove esigenze di spesa per la difesa e la capacità industriale di difesa. L’Europa si trova ora ad affrontare una guerra convenzionale al confine orientale e una guerra ibrida ovunque, compresi gli attacchi alle infrastrutture energetiche e alle telecomunicazioni, l’interferenza nei processi democratici e l’armamento della migrazione. Allo stesso tempo, la dottrina strategica degli Stati Uniti si sta allontanando dall’Europa e si sta spostando verso l’area del Pacifico – ad esempio nel formato dell’AUKUS – sulla spinta della minaccia percepita dalla Cina. Di conseguenza, la crescente domanda di capacità di difesa è soddisfatta da un’offerta in calo, un vuoto che l’Europa stessa deve colmare. Tuttavia, grazie a un prolungato periodo di pace in Europa e all’ombrello di sicurezza degli Stati Uniti, solo dieci Stati membri spendono oggi più o meno il 2% del PIL in linea con gli impegni della Nato, sebbene le spese per la difesa siano in aumento. L’industria della difesa necessita di investimenti massicci per recuperare il ritardo”. E’ quanto si legge nel rapporto ‘The future of European competitiveness’, presentato da Mario Draghi alla Commissione Ue oggi a Bruxelles.

“Come punto di riferimento, se tutti gli Stati membri dell’UE che sono membri della Nato e che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo del 2% lo facessero nel 2024, la spesa per la difesa aumenterebbe di 60 miliardi di euro. Sono inoltre necessari ulteriori investimenti per ripristinare le capacità perse a causa di decenni di investimenti insufficienti e per ricostituire le scorte esaurite, comprese quelle donate per sostenere la difesa dell’Ucraina contro l’aggressione russa. Nel giugno 2024 – prosegue il documento – la Commissione ha stimato che nel prossimo decennio saranno necessari investimenti aggiuntivi per la difesa pari a circa 500 miliardi di euro”.