Un caricabatterie universale per ridurre i rifiuti elettronici

Il Parlamento europeo è pronto per l’introduzione di un caricatore universale per la maggior parte dei dispositivi ricaricabili tramite cavo. L'obiettivo è ridurre l’accumulo di rifiuti elettronici

Via libera dagli eurodeputati ai negoziati interistituzionali con il Consiglio dell’UE sulla revisione della direttiva sulle apparecchiature radio. Con l’approvazione in sessione plenaria della propria posizione, il Parlamento europeo è pronto per l’introduzione di un caricatore universale per la maggior parte dei dispositivi ricaricabili tramite cavo: smartphone, tablet, fotocamere digitali, cuffie e auricolari, console per videogiochi e altoparlanti portatili. Tutti dispositivi che potranno essere ricaricati con un unico caricatore, riducendo così l’accumulo di rifiuti elettronici attualmente prodotti ogni volta che si acquista, con un nuovo dispositivo, un nuovo caricabatterie.

Mezzo miliardo di caricatori per dispositivi portatili spediti in Europa ogni anno, tra le 11 mila e le 13 mila tonnellate di rifiuti elettronici. Un unico caricabatterie per telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici di piccole e medie dimensioni andrebbe a beneficio di tutti”, ha commentato il relatore maltese, Alex Agius Saliba. “Questo è un cambiamento politico globale”, ha aggiunto l’eurodeputato socialdemocratico, presentando la relazione. Nella posizione degli eurodeputati viene specificato che, per i nuovi dispositivi, servono “informazioni chiare e un’etichettatura sulle opzioni di ricarica”, per rendere le scelte di acquisto più semplici per i consumatori, “che spesso possiedono diversi dispositivi e non sempre hanno bisogno di caricabatteria aggiuntivi”. Al centro del progetto c’è la necessità di abbattere gli sprechi nel continente, ma anche di risparmiare costi non necessari e ridurre gli svantaggi per i consumatori.

Ma il Parlamento europeo si è spinto oltre, affrontando anche le criticità della proposta della Commissione. Nei negoziati interistituzionali sarà preso in considerazione l’uso “sempre più frequente” della ricarica wireless e, se si troverà un accordo, alla Commissione verrà chiesto di presentare entro la fine del 2026 una strategia “che permetta a qualsiasi nuova soluzione di ricarica di funzionare in combinazione con le altre”. L’obiettivo è ridurre ulteriormente i rifiuti elettronici e contrastare i cosiddetti effetti lock-in (quelli che si verificano quando un consumatore dipende da un singolo produttore). Per tutti i gruppi al Parlamento Europeo “il 2025 è una scadenza verosimile per includere in questa legislazione anche le ricariche senza filo”, considerato che “i nuovi smartphone usciranno solo con questo tipo di caricabatterie”.

Inoltre, “stiamo espandendo la portata della proposta, aggiungendo più prodotti, che dovranno essere conformi alle nuove regole”, ha puntualizzato Agius Saliba. Se la revisione della direttiva fa parte dello sforzo delle istituzioni europee di ridurre i rifiuti elettronici, gli eurodeputati non capiscono perché non sono stati inclusi computer portatili, e-reader, mouse, giocattoli elettronici, lampade e gps che usano la porta usb: “Vanno tutti ripresi nel testo, per influenzare scelte sostenibili da parte dei consumatori al momento dell’acquisto”, ha sottolineato con forza il relatore.