Fs, in un anno già investiti 18 miliardi. Recuperato il 3% di puntualità, avanti su progetto Rab
Il Gruppo presenta i primi risultati a un anno esatto dopo il lancio del Piano strategico 2025-2029 da oltre 100 miliardi. Donnarumma: "Capaci di tradurre la visione industriale in risultati tangibili e misurabili"

Un anno esatto dopo il lancio del Piano strategico 2025-2029 da oltre 100 miliardi, Fs ha già investito 18 miliardi solo nell’anno in corso, 7 dei quali dedicati all’attuazione del Pnrr. A presentare i dati è l’amministratore delegato, Stefano Donnarumma, che in divisa da ferroviere spiega come la traiettoria a lungo raggio può portare a una cifra record di 177 miliardi entro il 2034. “Abbiamo dimostrato la capacità del Gruppo di tradurre la visione industriale in risultati tangibili e misurabili”, rivendica il manager. Che aggiunge altri target raggiunti nel 2025, come la consegna di 241 nuovi mezzi a basso impatto ambientale tra treni e autobus, fra cui il Frecciarossa 1000 di nuova generazione.
Non solo, Donnarumma evidenzia anche il recupero della puntualità su tutti i segmenti: il 3% sull’Alta velocità, +1% sui regionali e tre punti sugli Intercity, per un totale di 35mila treni riportati in orario quest’anno. “L’anno scorso avevamo detto di voler riuscire, nel quinquennio, a garantire quattro punti percentuali di miglioramento della puntualità” e a consuntivo del primo anno sono stati recuperati “tre punti percentuali sull’alta velocità, un punto sul regionale (che già viaggia intorno al 90% nei 5 minuti) e tre punti sul servizio universale degli intercity”, sottolinea l’ad. Che non si fa illusioni, perché la percezione dell’utenza non sarà mai corrispondente alla realtà dei numeri: “Se pure arrivassimo al 95% di puntualità resterebbe il 5% di non puntualità, quindi le lamentele, che fanno più notizia delle novità positive. Ma il nostro obiettivo è migliorare il servizio, non la percezione”. Nell’anno in corso, comunque, sono 577 milioni i passeggeri trasportati dal Fs, mentre i viaggiatori internazionali su treni e autobus hanno raggiunto quota 253 milioni (+15%).
La somma di questi risultati si traduce in termini economici e finanziari con la conferma degli obiettivi al 2029, ovvero 20 miliardi di euro di ricavi, 3,5 miliardi di euro di margine operativo lordo e utili per 500 milioni. “Lo scorso anno siamo partiti con un gap di 200 milioni di perdite, ma credo che nel 2025 riusciremo ad avere un risultato positivo”, anticipa il ceo di Fs. Grazie anche al cambio di paradigma sull’energia, visto che il Gruppo è passato dall’acquisto giornaliero al Pun a sottoscrivere dei Ppa, ovvero accordi a lungo termine che hanno generato un risparmio del 25% sui costi e portato a sottoscrivere contratti per 275 GWh/anno di energia verde.
Un’altra spinta arriverà dallo scorporo di Anas, su cui non esistono dubbi a piazza della Croce Rossa, anche se l’attesa è legata soprattutto alla legge di Bilancio 2026, dopo l’emendamento presentato dalla Lega che riporterebbe l’azienda in capo al Mef. Con il ministero dell’Economia, peraltro, resta aperto il tavolo di confronto congiunto per il progetto Rab, che nelle intenzioni del management dovrebbe portare risorse (soprattutto dai privati) per proseguire il piano di investimenti, soprattutto dopo la fine del Pnrr, nell’estate 2026. Il calcolo di Fs si aggira sui 12 miliardi di euro l’anno per completare grandi direttrici come ad esempio la Palermo-Messina-Catania, la Salerno-Reggio Calabria e la Napoli-Bari, oltre al potenziamento della rete regionale e la risoluzione delle criticità sulla connessione internet a bordo dei treni in un quadriennio.
Una volta esaurito il Piano nazionale di ripresa e resilienza (che ha pompato circa 10 miliardi di euro), è fisiologico pensare che si torni ai circa 4-5 miliardi di finanziamento dell’azionista di riferimento, dunque lo Stato, che andranno rinforzati con altri 7 miliardi da cercare con un metodo già in uso da oltre 20 anni per altre grandi infrastrutture come le reti elettriche, quelle del gas, gli acquedotti e gli aeroporti. Al momento i lavori con il ministero sono in stand by per lasciare spazio al Mef di occuparsi della Manovra, ma “a gennaio sicuramente riprenderanno”, dice Donnarumma.
Fs, però, ha anche diversi investimenti all’estero su cui punta. “Siamo intenzionati a portare i nostri treni sotto il tunnel della Manica e fare la tratta Parigi-Londra”, c’è poi il Milano-Parigi e all’orizzonte si monitorano opportunità come Parigi e Bruxelles, ma interessa molto anche il mercato tedesco. Questo non vuol dire che l’Italia passi in secondo piano, anzi. In arrivo c’è anche la concorrenza francese, ma Donnarumma non alza muri: “Non siamo impauriti, l’importante è che le regole siano uguali per tutti”. Del resto, a livello nazionale Fs è l’unica realtà del panorama ferroviario europeo ad avere già una concorrenza interna.
In sala, ad ascoltare con attenzione le parole dell’ad, c’è Matteo Salvini, che plaude al lavoro del Gruppo. Ma un sassolino dalla scarpa sul nuovo sciopero generale proclamato dai sindacati per domani, 12 dicembre, se lo toglie. “Ritengo irresponsabile bloccare il Paese in un momento complicato. Un conto è il diritto allo sciopero, sacrosanto, un conto è fare battaglia ideologica sulla pelle dei lavoratori, e questo non lo consento assolutamente a nessuno”, dice il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Al termine della presentazione dell’aggiornamento del Piano strategico, denominata ‘Next level’, Donnarumma risponde anche ai cronisti che gli chiedono dei rumor sul suo nome, che circola nel nuovo giro di nomine in vista nelle grandi aziende partecipate. “Capita perché nell’ambito del top management nazionale la panchina si è un po’ assottigliata e si fanno sempre gli stessi nomi. Auguriamoci che ci siano riserve, io sono molto impegnato e focalizzato su quello che ho da fare”.