Energia europea: quanto l’Ue dipende dalla Russia?

Nel 2020 le importazioni di gas naturale, petrolio e carbone dalla Russia hanno soddisfatto il 24% del fabbisogno energetico dell’Ue

gas russia

Nel 2020 l’Ue ha importato il 58% dell’energia consumata, perché la propria produzione ha soddisfatto appena il 42% del proprio fabbisogno. Lo riferisce l’Eurostat in uno studio diffuso oggi. Il mix energetico dell’Ue nel 2020 era composto per il 35% da petrolio e prodotti petroliferi, per il 24% da gas naturale, per il 17% da fonti rinnovabili, per il 13% da energia nucleare e per l’11% da combustibili fossili solidi. La Russia è il principale fornitore dell’Ue di gas naturale, petrolio e carbone, che sono i principali prodotti energetici del mix dell’Ue. Nel 2020 le importazioni da questa origine hanno soddisfatto il 24% del fabbisogno energetico dell’Ue.

Energia

Il gas naturale, uno dei principali combustibili per la produzione di elettricità e il riscaldamento nell’Ue, prosegue l’analisi dell’Eurostat, è stato il combustibile con la maggiore esposizione alle importazioni dalla Russia. Nel 2020, l’Europa infatti ha ricevuto il 46% delle sue importazioni di gas naturale da questo fornitore, soddisfacendo il 41% dell’energia disponibile lorda derivata dal gas naturale. Il petrolio greggio, un bene essenziale per la produzione di carburanti per autotrazione e per l’industria petrolchimica, è stata la seconda famiglia di combustibili con la seconda maggiore esposizione alle importazioni dalla Russia. Nel 2020, l’Ue si è affidata a questo fornitore per il 26% delle sue importazioni di petrolio greggio, che ha soddisfatto il 37% del fabbisogno energetico dell’Ue. Infine, i combustibili fossili solidi (come il carbone) hanno avuto la più bassa dipendenza dalle importazioni dalla Russia, che ha fornito il 19% dell’uso dell’Ue di questo tipo di combustibile. Nel 2020, l’Ue ha importato il 53% di carbon fossile da questo Paese, che rappresentava il 30% del consumo di carbon fossile dell’Ue.