Unione dell’Energia più vicina: da Parlamento Ue un passo in avanti

L'obiettivo è quello di integrare la politica energetica e quella climatica dell’Unione europea sui temi di decarbonizzazione, efficienza e sicurezza. Se ne parlerà il 23-24 giugno al Consiglio

Completare l’Unione dell’Energia, basandola sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, in linea con gli accordi internazionali per mitigare i cambiamenti climatici. L’Europarlamento riunito a Strasburgo in sessione plenaria ha approvato a larga maggioranza (355 voti favorevoli, 154 contrari e 48 astensioni) giovedì una risoluzione per chiedere ai capi di stato e governo l’apertura di una convenzione per riformare i trattati dell’Unione europea. Anche affidando all’UE maggiori competenze nei settori in cui ne ha poche (tra le materie “concorrenti” tra Ue e governi c’è anche l’energia) o nessuna (come nel caso della salute).

L’atto di indirizzo chiede di “adeguare le competenze conferite all’Unione nei trattati”, tra le altre cose nel “completamento dell’unione dell’energia basata sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, in linea con gli accordi internazionali per mitigare i cambiamenti climatici”, come si legge. L’Unione dell’energia è un progetto strategico presentato dalla Commissione UE nel 2015, per iniziare a integrare la politica energetica e la politica climatica dell’Unione per il raggiungimento di obiettivi successivi al 2020. La strategia si articola principalmente in tre pilastri: decarbonizzazione; efficienza energetica; sicurezza energetica e solidarietà nell’Unione Europea. Soprattutto si manifesta attraverso l’interconnessione dei sistemi energetici degli Stati membri. Il dibattito su come portare avanti il lavoro sull’Unione dell’energia è pienamente rilanciato ora, alla luce della guerra di Russia in Ucraina e dalla necessità di ripensare il sistema energetico dell’Unione Europea (compresa la sua dipendenza strategica da Paesi terzi).

E’ un fatto che verso una vera Unione dell’Energia, l’UE sta già andando senza rimettere mano alle proprie competenze specifiche. Ad esempio, la guerra ha costretto Bruxelles a porre degli obblighi nazionali per tenere piene le riserve comuni di gas. Come è accaduto per i vaccini anti-Covid19, l’UE ha dato vita a una task force per negoziare a nome degli Stati membri e cercare approvvigionamenti di gas prima del prossimo inverno per sostenere i governi e mantenere anche i prezzi più contenuti potendo gestire la domanda. Nei prossimi mesi, come già annunciato dalla presidente dell’Esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, seguirà una proposta per un’ampia riforma del mercato elettrico dell’Ue, che porterà inevitabilmente a sistemi energetici più integrati e funzionali.

La richiesta degli eurodeputati di aprire una convenzione per la riforma dei Trattati sarà sul tavolo dei capi di stato e di governo al prossimo Consiglio europeo del 23-24 giugno. Al Consiglio europeo è necessaria una maggioranza semplice (14 Stati membri) per aprire una convenzione europea in cui discutere di riforma dei trattati, quindi non è così impensabile. Non è però vincolante che con l’apertura di una convenzione si arrivi poi a una riforma strutturale dell’UE.