Un nuovo francobollo celebra l’eccellenza dell’ingegneria ferroviaria italiana, a cento anni dalla nascita della locomotiva elettrica trifase E.431, “un vanto poco conosciuto“, rivendica Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione Fs Italiane.
L’emissione assume un significato molto attuale, se letta alla luce del momento. L’Italia, ricorda l’ingegnere della Fondazione, “è da sempre un Paese con una olografia difficile, povera di giacimenti, petroliferi e carboniferi, molto legata alle importazioni estere“. Proprio per questo motivo, già negli anni ’10 del ‘900 le Ferrovie italiane studiano la transizione dalle carboniere alle vaporiere, alle locomotive elettriche. “Pensiamo che nella Germania dell’Est, ricchissima di carbone, le ultime locomotive a motore si costruiscono fino agli anni ’50. Questo per dire – afferma – che in Europa l’Italia è antesignana di almeno mezzo secolo, sfruttando le cadute dell’acqua inizia l’elettrificazione della rete“. Dal 1922 all’entrata in guerra, 1940, si è passati da mille chilometri di filo elettrico steso sui binari a quasi 9mila, in maniera pioneristica.
La locomotiva elettrica trifase E.431 è stata utilizzata per potenziare il parco elettrico delle Ferrovie dello Stato dopo il completamento dei primi programmi di elettrificazione della rete. Per alcuni anni ha incarnato il meglio dell’industria ferroviaria italiana, sia dal punto di vista tecnologico, con la sua capacità di esprimere per l’epoca prestazioni di eccellenza, anche in termini di velocità, sia sotto l’aspetto stilistico e del design.
Lo speciale annullo filatelico mostra il legame fra Ferrovie dello Stato e Poste Italiane, due aziende radicate nel territorio, con radici solide nel passato ma proiettate al futuro. Ne è convinta Maria Bianca Farina, presidente di Poste, che osserva come i due gruppi abbiano “connesso il Paese negli anni, in modo diverso“. Ogni emissione è un evento ma, sottolinea, “ci sono emissioni ancora più speciali, che dimostrano come il francobollo sia uno strumento di comunicazione incredibile e costituisca la nostra memoria collettiva personale. Ci fa bene capire da dove veniamo, la locomotiva ci parla di progressi scientifici e tecnologici, di un accorciamento importante delle distanze”.
Con l’avvio del Piano industriale 2022-2031 il Gruppo FS si pone anche come protagonista di una nuova stagione di rilancio delle infrastrutture di mobilità del Paese, in un’ottica di integrazione tra diverse e modalità di trasporto, all’insegna della sostenibilità. “È necessario spingere sul trasporto ferroviario, anche per ridurre le emissioni di Co2”, rimarca Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo Economico, durante la presentazione.
Per rendere la rete sempre più green ed efficiente, nei prossimi dieci anni il Gruppo FS ha pianificato 190 miliardi di euro di investimenti. Tra i tanti progetti in cantiere c’è anche l’incremento dei chilometri di rete elettrificata, che passeranno dagli attuali 12.160 (quasi il 72% della rete ferroviaria nazionale) a circa 14.000 chilometri totali (circa l’83%).