“Non si può non riconoscere l’esistenza di un ‘debito ecologico’ delle
nazioni economicamente più ricche, che hanno inquinato di più negli ultimi due secoli; esso richiede loro di compiere passi più ambiziosi sia alla COP27 che alla COP15″. Così esorta Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera della Cura del creato, che si celebra l’1 settembre.
“Ciò comporta, oltre a un’azione determinata all’interno dei loro confini, di mantenere le loro promesse di sostegno finanziario e tecnico per le nazioni economicamente più povere, che stanno già subendo il peso maggiore della crisi climatica – puntualizza -. Inoltre, sarebbe opportuno pensare urgentemente anche a un ulteriore sostegno finanziario per la conservazione della biodiversità”.
“Anche i Paesi economicamente meno ricchi hanno responsabilità significative ma “diversificate” – precisa Francesco – i ritardi degli altri non possono mai giustificare la propria inazione. È necessario agire, tutti, con decisione. Stiamo
raggiungendo “un punto di rottura” “.