Natale all’insegna di caro-prezzi e caro bollette. Un regalo su quattro sarà riciclato

Rispetto allo scorso anno, il carrello della spesa per la festività è costato 320 milioni in più. Spesi 2,7 miliardi in totale, ma i consumi registrano -6%

Il Natale 2022 è stato all’insegna, anche, del caro-prezzi e del rincaro delle bollette. Due fattori che hanno inciso sul comparto alimentare, facendo registrare una contrazione del 6% dei consumi rispetto al 2021 ma un aumento di 320 milioni in più rispetto allo scorso anno spesi per cibi e bevande. Tradotto: gli italiani hanno speso di più per avere un carrello più vuoto rispetto allo scorso anno. 

Una festività che alle famiglie italiane è costata complessivamente 19,8 miliardi di euro, così spesi: 6,7 miliardi per i regali (si stima che uno su 4 sarà ‘riciclato’ e che i doni ricevuti saranno rimessi in vendita sul web), 350 milioni per mangiare al ristorante e 10,1 miliardi spesi dagli oltre 12 milioni di italiani che si sono messi in viaggio. La voce alimentare ha inciso per 2,7 miliardi di euro: in base alle stime dell’associazione, i consumi del settore hanno registrato una contrazione del 6% rispetto al 2021, a causa dell’emergenza bollette e del caro-prezzi che portano le famiglie a ridurre gli acquisti.“Tra i prodotti più utilizzati per le preparazioni di cibi e pietanze natalizie – spiega il Codacons – e che hanno subito aumenti consistenti troviamo il burro, che rispetto allo scorso anno rincara del +41,2%. L’olio di semi segna +51,4%, la farina +23,6%, le uova +21,7%, il riso +35,4%, la pasta +23,6%, il pane +16%. Mettere la carne in tavola a Natale costa in media il 10,5% in più, con punte del +18% per il pollo, mentre per un pranzo a base di pesce la spesa sale in media del 10%, con aumenti dell’8,3% per il pesce fresco, +14,8% il pesce surgelato, +9,2% i molluschi freschi. Il latte conservato sale del 32,5%, quello fresco del 20,1%, i formaggi freschi del 26,2%. La verdura aumenta del 15,2%, con punte di oltre il 19% per insalata e cavoli; le arance costano il 13,3% in più, frutta secca e noci +6%”, conclude il Codacons. Per i dolci occorre mettere in conto una maggiore spesa del 49,6% per lo zucchero, e anche brindare costerà di più: il vino rincara del 6%, i liquori salgono del 5,5% e lo spumante segna +7,3%.