L’energia? Si produce in casa, con le rinnovabili fai-da-te

Radiazione solare, vento, biomasse, geotermia e moto dell’acqua sono risorse utili da sfruttare per uso domestico tramite l’installazione di impianti ad hoc e permettono un risparmio in bolletta del 20%.

Pannelli solari

Ridurre le emissioni di CO2, indirizzandosi verso un utilizzo più efficiente dell’energia e soluzioni sostenibili. Un percorso che ciascuno di noi può e deve intraprendere, anche individualmente. Come? Integrando le fonti rinnovabili all’interno delle proprie mura domestiche. Passare dalle parole ai fatti è molto più semplice di quanto possa sembrare. Radiazione solare, vento, biomasse, geotermia e moto dell’acqua sono tutte risorse utili da sfruttare per uso domestico tramite l’installazione di impianti fotovoltaici, termici, micro-eolici e geotermici. “La tecnologia viene incontro alle scelte che favoriscono l’ambiente, con soluzioni di semplice utilizzo, facili da installare”, spiega Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente.

La scienza fotovoltaica trasforma le radiazioni del sole in elettricità. Gli impianti possono funzionare con un sistema di batterie ed essere isolati (stand-alone) oppure essere collegati alla rete elettrica (grid-connected). L’impennata dei costi ha stimolato la ricerca di soluzioni alternative. “Sul fronte dell’autoproduzione domestica, di recente sono balzati alla ribalta i fotovoltaici plug and play, piccoli sistemi solari portatili da posizionare sul balcone, sotto una finestra o in giardino, per poi attaccarli alla spina della corrente e trasferire l’energia nei circuiti elettrici di casa”, sottolinea Katiuscia Eroe. “Dal momento che hanno una potenza ridotta, inferiore a 800W, queste installazioni non hanno bisogno di permessi o autorizzazioni particolari”. I soli adempimenti sono la comunicazione unica al distributore per segnalare al proprio gestore la presenza di un impianto che genera energia elettrica e il rispetto delle norme urbanistiche del luogo e del decoro architettonico. Chi abita in condominio, inoltre, deve avvisare preventivamente l’amministratore, presentando il suo progetto di installazione di un pannello plug and play. L’autorità sull’energia elettrica ha poi stabilito regole specifiche per questi fotovoltaici. Il consumatore che sceglie di farne uso rinuncia a qualsiasi pretesa sulla remunerazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete.

“Con l’aumento dei prezzi dell’energia, investire in un sistema domestico è diventato ancora più interessante e l’impiego quotidiano del proprio impianto fotovoltaico può essere gestito senza problemi dal momento che i sistemi sono già collaudati”, afferma Thomas Grond, responsabile della comunicazione dell’azienda elvetica Repower. “I micro-moduli fotovoltaici richiedono un investimento iniziale, ma poi si beneficia dell’energia auto-prodotta che può essere utilizzata direttamente in casa. In questo modo è possibile ridurre i propri costi energetici e allo stesso tempo sostenere il cambiamento verso un futuro di energia rinnovabile. I risparmi sono da valutare caso per caso”, sostiene Grond. “Qui giocano un ruolo fondamentale le dimensioni dell’impianto e l’investimento iniziale, il proprio consumo energetico e gli incentivi pubblici. Inoltre, anche l’uso dei circuiti di trasporto dell’energia vengono ridotti in modo considerevole. Questo porta a un sollievo dell’infrastruttura pubblica e quindi, ancora una volta, a una possibile riduzione dei costi”.

Qual è, dunque, il risparmio in bolletta? “Il fotovoltaico plug and play in media permette di ridurre i costi dell’energia elettrica del 20%. I prezzi di questi dispositivi non sono elevati e si aggirano fra i 400 e i 500 euro, a cui occorre aggiungere l’installazione da parte di un tecnico esperto”, puntualizza la responsabile di Legambiente. Gli incentivi statali prevedono un rimborso del 50% della spesa, ottenibile in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi. Considerando che un pannello plug and play dura circa 15 anni, rappresenta una buona soluzione per aiutare la sostenibilità ambientale e ottenere una maggiore efficienza energetica, dato che il suo costo viene ammortizzato in 4-5 anni.

Anche l’energia del vento può essere sfruttata nella propria abitazione, installando micro-impianti eolici. Le pale, spinte dall’aria, producono energia cinetica che viene convertita in corrente elettrica da utilizzare per l’autoconsumo. Non è indispensabile impiegare eliche di grandi dimensioni per generare un buon quantitativo di energia elettrica. Fondamentale, però, è che la casa si trovi in una zona piuttosto ventosa, la tensione dell’energia elettrica prodotta può infatti cambiare in base all’intensità e alla continuità del flusso di aria che muove le pale. Per i micro-eolici domestici non occorrono autorizzazioni comunali. In genere si tratta di impianti costituiti da tre pale eoliche di piccole dimensioni e da un generatore eolico da 3 kW. In fase di installazione si ha la possibilità di orientare il dispositivo in base alla direzione del vento. I prezzi degli impianti micro-eolici dipendono dalla tipologia e dalla resa, ma di solito si aggirano su una fascia che va dai 1.000 ai 3.500 euro.

Tramite la creazione di sistemi ibridi è possibile sfruttare contemporaneamente l’energia solare e quella eolica. Sono soluzioni, naturalmente, adatte alle zone dove il sole e il vento non mancano, che riescono a garantire un buon apporto di elettricità. Interessanti, anche se per il momento poco diffusi in Italia, sono pure gli impianti che sfruttano la potenza dell’acqua vicino a casa, cosiddetti micro-idroelettrici. Per l’utilizzo di fonti rinnovabili nell’ambito domestico, sono da considerare anche gli impianti geotermici che utilizzano i vapori e il calore del suolo per generare energia. “Quese tecnologie possono essere associate alle pompe di calore geotermiche per riscaldare e raffrescare le abitazioni tramite pompe di calore”, suggerisce Katiuscia Eroe di Legambiente. Si tratta di un’alternativa efficiente, che sfrutta una fonte esterna per trasferirla dentro gli ambienti. “Il suo impiego permette di limitare al minimo il consumo di energia da fonte fossile e assolve bene le funzioni di climatizzazione, riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria, utilizzando il calore accumulato nell’aria, nelle falde acquifere e nel terreno”, spiega Romano Stefani, direttore commerciale di Dolomiti Energia. “In più, è facilmente integrabile con altre tecnologie rinnovabili, come il fotovoltaico, per realizzare impianti con bassi consumi”. Come per gli altri sistemi di sfruttamento domestico delle energie rinnovabili, anche le pompe di calore possono essere installate beneficiando degli incentivi statali e hanno prezzi che, per un appartamento grande circa 100 mq, si aggirano attorno ai 5-6.000 euro.

Chi desidera risparmiare e sfruttare in modo efficiente fonti di energia rinnovabile, può allora indirizzarsi verso diverse soluzioni. Le prospettive future sono ancora più incoraggianti, con tendenze che – se confermate – consentiranno di renderci del tutto autonomi dalle forniture di gas e combustibili. I ricercatori dell’Università del Massachusetts Amherst, per esempio, hanno messo a punto un dispositivo che usa una proteina naturale per creare elettricità dall’umidità dell’aria chiamato “Air-gen”. Come hanno dichiarato l’ingegnere Jun Yao e il microbiologo Derek Lovley alla rivista Nature, “stiamo letteralmente producendo elettricità dal nulla”. Per il momento Air-gen si è dimostrato capace di alimentare solo piccoli dispositivi casalinghi elettrici, ma all’orizzonte si prospettano appassionanti sviluppi. Di sicuro, il quadro dell’approvvigionamento energetico domestico sta assumendo nuovi contorni. “Il futuro deve essere rinnovabile in tutti i settori, cioè non solo nell’uso domestico, ma anche nell’industria, nei trasporti, eccetera. Come comunità globale, ci siamo dati l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale. Questo può funzionare solo se, tra le tante misure, cambieremo radicalmente anche il modo di produrre di energia”, conclude Thomas Grond di Repower.