Un Vinitaly “che non smette di stupire”, con un “numero record nella storia della manifestazione di presenze dall’estero”. A festeggiare il risultati dell’edizione 2023 della fiera del vino che si è svolta a Verona è il presidente della Regione Luca Zaia che, forte della “credibilità” e del “prestigio internazionale” della manifestazione, si rivolge direttamente al Governo chiedendo che “esprima chiaramente l’indicazione che Vinitaly diventi l’unica manifestazione internazionale italiana del vino”.
E, in effetti, i numeri di Vinitaly parlano chiaro: 93mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere. La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Di questi, oltre mille top buyer selezionati e ospitati da Veronafiere e da Ice-Agenzia. Nella top five delle provenienze, gli Stati Uniti staccano nettamente la Germania. Terzo rimane il Regno Unito mentre la Cina torna in quarta posizione, scavalcando il Canada. Ferma restando la crescita generale del mercato europeo, si segnala il grande ritorno degli operatori da tutti i mercati extra-Ue: l’Asia, più che raddoppiata (+116%) trainata dal rientro dei cinesi che superano le 1000 presenze, e il Giappone (+143%). Le Americhe segnano un +38% con exploit degli USA (+45%) e del Brasile (+46%), oltre a un ulteriore consolidamento del Canada (+19%). Anche l’Australia in tripla cifra, a +130%. Un successo che si spera di replicare l’anno prossimo, quando Vinitaly si svolgerà dal 14 al 17 aprile.
E la manifestazione non si è fermata solo in fiera: Vinitaly and the City, il ‘fuorisalone’ veronese da quest’anno ritornato totalmente nella sfera organizzativa della fiera di Verona, ha inoltre registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover nel centro storico di Verona. Soddisfatto dei risultati anche il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, soprattutto per il “riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori”. “L’obiettivo – ha aggiunto – è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell’incoming sull’Italia, dall’altro sul prodotto italiano all’estero con un radicamento di Veronafiere – dopo Brasile e Cina – negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Far East”.