Carlo Cacciamani è climatologo e direttore dell’Agenzia ItaliaMeteo, in una intervista a Repubblica dice che il “riscaldamento climatico non vuol dire che non avremo più episodi di primavere fresche e bagnate: la variabilità del tempo meteorologico resterà sempre. Vuol dire che un’atmosfera mediamente più calda sarà in grado di caricarsi di maggiori quantità di vapore acqueo. E che quell’acqua, cadendo, darà vita a fenomeni da record come quelli che vediamo ora. A maggio eravamo abituati a temporali improvvisi e brevi. Tra il 1° e il 3 del mese invece in Romagna sono scesi 230-240 millimetri di pioggia. In un anno ne cadono in media 750 a Ferrara e 1.200 sull’Appennino. Ieri ne sono arrivati quasi altri cento. Sono valori che registravamo ogni 3 o 4 decenni”. Cacciamani anticipa poi che ” le previsioni stagionali dell’agenzia europea Copernicus ci fanno intravedere un’altra estate con temperature superiori alla media, anche se non necessariamente asciutta come l’anno scorso”. Infine una spiegazione: “Il Piemonte si trova sotto alle Alpi e resta spesso protetto dalle perturbazioni. Questo accade da sempre. Sia le piogge che vengono da Nord-Est sia quelle che arrivano da Sud, come l’attuale, tendono a evitare il Nord-Ovest. Perché si bagni il Piemonte serve una perturbazione centrata sulla Sardegna e forti venti da Sud. Allora piove tantissimo in Liguria e la coda delle precipitazioni riesce a raggiungere anche il Nord.
Le alluvioni del Po del 1994 e del 2000 nacquero da un quadro meteorologico così”.