Sante Laviola, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac-Cnr) di Bologna e autore di uno studio su questo fenomeno nel bacino del Mediterraneo, spiega su il Corriere della Sera quello che sta accadendo a livello di clima in Italia: “Quello che il mio gruppo ha verificato è un aumento non solo dei fenomeni normali, ma anche delle grandinate eccezionali con chicchi di diametro superiore ai 5-6 centimetri e di quelle estreme di oltre 10 centimetri”. L’Italia è tra i Paesi più esposti. Spiega ancora Laviola: “L’estensione tra Nord e Sud e la presenza di montagne rendono l’Italia il fulcro per la grandine all’interno di un hot spot grandinifero che è il Mediterraneo. Le aree costiere in generale sono le più esposte e tra le regioni il Friuli-Venezia Giulia è la più soggetta”. Con una caratteristica: “Le grandinate si sviluppavano soprattutto tra le ore 12 e le 16. Ora si sono spostate più in là, verso il tramonto e le prime ore serali. La stagione andava da aprile a settembre, ora al Sud si è estesa a novembre e i fenomeni sono sempre più estremi. Un chicco con un diametro di 8-10 centimetri e un peso che può arrivare a 200 grammi colpisce il suolo a una velocità di 150 chilometri all’ora, anche di più se sospinto da forti venti discendenti. Lo studio degli ultimi 70 anni mostra un marcato trend di crescita. In futuro le grandinate saranno più frequenti e intense”.