Ponte Stretto, Via-Vas chiede 239 integrazioni al progetto. Pichetto: “Procedura avviata”

La commissione vuole capire se il rapporto conclusivo ha tenuto conto dell'aggiornamento degli studi sui flussi di traffico previsti

Serve un surplus documentale per completare la valutazione totale del progetto che dovrebbe portare alla costruzione del Ponte sullo Stretto. La richiesta arriva dalla Commissione Via-Vas del Mase, che vuole dalla Stretto di Messina Spa l’integrazione di 239 documenti tecnici rispetto all’istanza presentata il 26 febbraio scorso, che vanno da 155 punti della Procedura di Via alle 66 Valutazioni di Incidenza (12 sugli Aspetti metodologici e di carattere generale, 8 Vegetazione e flora, 17 l’Ambiente marino, 19 Biodiversità e 10 riguardanti la Fauna), ai 16 legati al Piano di Utilizzo delle Terre e 2 alle Verifiche di ottemperanza.

Per la Via le richieste di integrazioni riguardano diversi ambiti. In primis sul quadro programmatico, “alla luce degli aggiornamenti degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica e delle integrazioni al progetto in termini di opere di mitigazione e compensazione“, si legge nel documento inviato dal Mase. Ma servono approfondimenti anche sull’Analisi costi-benefici: “Le linee operative europee indicano che il primo passo deve contenere una descrizione del contesto sociale, economico, politico e istituzionale in cui si cala il progetto“. Dunque, la società viene invitata a chiarire “questi aspetti per analizzare la sostenibilità dell’opera in considerazione del fatto che le previsioni e le ipotesi avanzate nel rapporto dipendono strettamente dal relativo contesto economico, sociale e istituzionale“. Non solo, perché a completare lo scenario la commissione vuole capire se il rapporto conclusivo ha tenuto conto dell’aggiornamento degli studi sui flussi di traffico previsti in relazione alla messa in esercizio del ponte, nella stima del traffico passeggeri e merci, poi di “specificare meglio la tipologia e varietà di costi di investimento, manutenzione e gestione dell’opera” e sulla valutazione delle esternalità negative causate dalla Co2. Sempre nel quadro programmatico, Stretto di Messina Spa dovrà rispondere a punti che riguardano gli aspetti generali e quelli progettuali, la cantierizzazione, la gestione delle materie e la vulnerabilità del progetto a rischio di gravi incidenti o calamità.

Nel quadro ambientale della Via, le richieste vanno dal capitolo ‘Atmosfera, aria e clima’ all’Ambiente marino e quello idrico (le acque superficiali e sotterranee), suolo e sottosuolo, territorio e rumore che sarà prodotto, in superficie e sul livello subacqueo, oltre alle vibrazioni e i campi elettromagnetici. Servono approfondimenti anche sull’impatto che avrà sulla biodiversità, sulla vegetazione e flora, sulla fauna, il paesaggio e la salute pubblica. Ovviamente, questi punti devono essere suddivisi per il fronte calabrese e quello siciliano.

Le sessantasei Valutazioni di Incidenza, invece, sono suddivise negli Aspetti metodologici e di carattere generale (12 punti), Vegetazione e flora (8), Ambiente marino (17), Biodiversità (19) e Fauna (10). Ancora, tra le 16 rilevazioni sul Piano di utilizzo delle terre (Put) viene chiesto, tra l’altro, di “fornire chiarimenti in ordine alla sussistenza dei requisiti di qualità ambientale per l’attestazione della natura di sottoprodotto del materiale“. Infine, per la Verifica di ottemperanza viene chiesto di “produrre la planimetria di confronto della cantierizzazione” e “aggiornare la Relazione di Ottemperanza alla luce dei chiarimenti e delle integrazioni richieste” che non sono rinviabili alla fase di progetto esecutivo. In base alla normativa prevista dall’articolo 24, comma 4 del decreto legislativo 152 del 2006, Stretto di Messina Spa ha venti giorni per inviare le integrazioni. O, in alternativa, nello stesso lasso di tempo, può chiedere una sospensione dei termini che può arrivare fino a 120 giorni, trascorsi i quali, però, il progetto viene obbligatoriamente archiviato in caso di mancata ottemperanza. Dalla società, però, fanno sapere che saranno rispettati i tempi e le richieste del Mase.

Con questa istanza si è dato avvio, ai fini del relativo aggiornamento e completamento, alla procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all’opera“, commenta il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. Spiegando che “il procedimento avviato con l’istanza del 26 febbraio scorso si connette, per un verso, a quello iniziato nel 2011 e per altro verso alla nota che la Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso alla Commissione Ue in data 8 novembre 2023, con alcuni chiarimenti riguardo alla Via e alla VinCa“. Dunque, conclude il ministro, “nella definizione del testo della richiesta di integrazione – che è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale – si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di Ispra e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi”.