Confindustria: “Premi sostenibili per polizza anti-calamità”. Ania: “Diversificare rischi”

Il tema al centro di un dibattito all'interno dell'evento '#GEF24 – Green Economy Finance’, organizzato da Withub, insieme a Eunews, GEA-Green Economy Agency e Fondazione Art.49 a Roma

Entro fine anno entrerà in vigore per le imprese la polizza obbligatoria contro gli eventi catastrofali. Il nuovo adempimento è stato introdotto nell’ultima legge di Bilancio e sarà applicato sui danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali. Ora si attendono i decreti attuativi, che dovranno avviare l’operatività del provvedimento e soprattutto si dovrà capire il prezzo del premio che dovranno pagare le società. Le aziende, specie le pmi, e le assicurazioni sono pronte? E’ stato questo il tema al centro di un dibattito all’interno dell’evento ‘#GEF24-Green Economy Finance’, organizzato da Withub, insieme a Eunews, GEA-Green Economy Agency e Fondazione Art.49 a Roma, nella sede di Europa Experience intitolata a David Sassoli.

Attualmente l’Italia sconta fra i più alti divari di protezione e la più alta esposizione ai rischi, rispetto alla scarsa propensione assicurativa: il nostro Paese è 25esimo nell’area Ocse nel ramo danni con l’1,9% del Pil assicurato, contro una media Ocse che è oltre due volte tanto. Eppure nel nostro Paese, facendo il conto degli ultimi dieci anni, il valore delle perdite causate dai disastri naturali è pari a 35 miliardi di dollari. Come mai questo gap? “C’è un problema di analfabetismo assicurativo. Le carenze sono pronunciate. Questo elemento fa sì che non si sappia valutare il rischio che si sta affrontando”, ha sottolineato Riccardo Cesari, componente del Consiglio Ivass. “Si pensa che gli eventi catastrofici ci siano ma non ci riguardino”, ha rimarcato. In effetti “c’è un grande lavoro di educazione da fare, perché assicurarsi è un tema di buona gestione, essere assicurati significa evitare il rischio che in caso di evento avverso ci sia un problema di solvibilità”, ha aggiunto Francesca Brunori, direttrice Credito e Finanza di Confindustria, spiegando come la decisione delle imprese di non assicurarsi contro gli eventi climatici nel 60% dei casi è dovuta alla percezione di “un costo eccessivo”, nel 40% per la “mancanza di informazioni adeguate”. Detto ciò “l’approccio della nuova polizza è stato affrettato”. Dunque “è molto importante che si arrivi a una definizione di uno schema di assicurazione obbligatoria – al quale si sta lavorando in queste settimane, lo stanno facendo le istituzioni, il Mef, il Mimit, l’Ivass, Ania e Sace – che consenta di far funzionare un vero effetto di mutualità tale da permettere di contenere i premi su questa assicurazione obbligatoria. Solo con premi sostenibili – ha rimarcato Brunori – il sistema potrà facilmente avvicinarsi all’assicurazione obbligatoria e comprendere che si tratta anche un tema di convenienze economica per loro: sei protetto dal rischio e eviti di dover sostenere un esborso importante in caso di evento avverso che non hai preventivato“.

Maria Siclari, direttrice generale di Ispra, ha sciorinato tutti i numeri del dissesto idrogeologico. Ad esempio, ci sono 225.874 unità locali di impresa in aree a rischio elevato di alluvione.

La polizza obbligatoria che scatterà entro fine anno, ha spiegato Dario Focarelli, direttore generale di Ania, riguarderà solo “terremoti, alluvioni o esondazioni, e frane”. Tuttavia “ci sono alcune zone tecnicamente inassicurabili, come i Campi Flegrei. Nessun assicuratore al mondo assicura il bradisismo. Ci sono rischi che gli assicuratori già valutano come non assicurabili. Questo socialmente è un punto rilevante“, ha specificato. Tutte le altre aziende invece dovranno pagare un premio assicurativo. A quanto ammonterà? “Stiamo facendo una marea di calcoli. Dipenderà da chi si assicurerà sia l’esposizione al rischio delle compagnie sia il prezzo della copertura assicurativa. Sono solo ipotesi, finché non vedremo chi sono gli assicurati”, ha evidenziato ancora Focarelli. “Avremo un prezzo differente a seconda se il rischio sarà diversificato o se ogni compagnia terrà il rischio in capo a se stessa. Il nostro obiettivo è avere il rischio più diversificato possibile, il prezzo più basso possibile, dare la maggior protezione alle imprese italiane”. Quando ci saranno novità? “A settembre-ottobre le compagnie stabiliranno con i riassicuratori” i costi che potranno essere coperti. Solo allora si avrà un range di prezzo della nuova polizza contro i danni catastrofali.