La terza Manovra del governo Meloni è in porto. Almeno quello del Consiglio dei ministri, dove passa la linea voluta dalla premier, Giorgia Meloni, e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quella del “sacrificio”, per usare le parole del responsabile del Mef, ma con un’intensità accettabile da Forza Italia. Nel 2025 toccherà a banche e assicurazioni, dalle quali il governo prevede di ricavare risorse per 3,6 miliardi andando a rivedere “alcuni meccanismi contabili, che sono particolarmente favorevoli”, spiega da Bruxelles la presidente del Consiglio. Sottolineando che al risultato si è arrivati “ascoltando e collaborando con le associazioni che rappresentano questi mondi”. D’altronde il doppio obiettivo del governo era “riuscire ad avere risorse da redistribuire su famiglie e redditi bassi e dare il segnale che le banche non sono avversari”.
Meloni mette in luce il fatto che in Cdm la legge di Bilancio ha ottenuto velocemente il disco verde, con la compattezza della maggioranza. Non a caso, infatti, ringrazia i suoi vice, Antonio Tajani e Mattei Salvini, e tutta la squadra dei suoi ministri. Anche perché dalla spending review dei dicasteri il Mef ricaverà altri 3,5 miliardi, che corrispondono in media al 5% delle spese correnti. “Sono molto orgogliosa e soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto”, rimarca la premier, che farà una nuova conferenza stampa la prossima settimana, quando il testo sarà consegnato alle Camere: “E’ una manovra seria, di buonsenso, che concentra le non molte risorse a disposizione in quelle che noi riteniamo le priorità per la nazione. Ci concentriamo su lavoro, redditi, imprese, salute, famiglia, senza aumentare le tasse, pur in una situazione complessa, tenendo i conti in ordine”.
Tra i provvedimenti che lo stesso capo del governo definisce “salienti” c’è un altro “sacrificio”, da parte di “enti, soggetti e fondazioni a vario titolo che non sono esattamente figlie di ministeri, ma ricevono contributi a carico dello Stato – spiega Giorgetti -: saranno chiamate a rispettare alcune regole di buona finanza”, come l’adeguamento “degli organi di vertice, in termini omnicomprensivi di redditi percepiti all’interno di enti o società partecipate, a un tetto che abbiamo ritenuto equo, l’indennità percepita dalla presidente del Consiglio”.
Altro capitolo ‘caldo’ è quello delle accise, anche se la strada scelta è quella di un decreto a parte dalla manovra: “Nessuna stangata – replica alle accuse il ministro dell’Economia -, è un impegno europeo ma sarà gestito in base alle indicazioni del Parlamento nell’ambito del decreto legislativo fiscale che abbiamo approvato”. Per essere precisi: scenderà per la benzina, mentre salirà di 1 centesimo per il gasolio e la possibilità che produca gettito zero, in virtù di questo meccanismo, esiste.
Sul Catasto, poi, Giorgetti si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “E’ uno degli impegni assunti nel Psb – spiega -. Non si tratta dell’aumento delle rendite catastali, ma di quello che, banalmente, è già previsto dall’ordinamento: chi ha usufruito del Superbonus deve fare l’aggiornamento delle banche catastali” oltre a un lavoro sulle cosiddette “case fantasma” per capire se esistono davvero oppure no. Tra le misure approvate ieri, poi, c’è “un decreto legge, molto snello, che mira ad anticipare 1 miliardo di finanziamento al contratto di programma della Rete ferroviaria italiana dal 2025 al 2024”, aggiunge il ministro.
Le reazioni delle opposizioni, però, sono tutte negative. Elly Schlein sceglie la linea dura: “Altro che tassa sugli extraprofitti e risorse per la sanità pubblica, è il solito gioco delle tre carte, come se gli italiani fossero stupidi”, tuona sui social la segretaria del Pd. Che prosegue: “Hanno annunciato di aver chiesto un grande sacrificio a banche e assicurazioni, ma a quanto pare si tratta solo della sospensione di detrazioni. Traduco: si tratta di anticipo di tasse già dovute da banche e assicurazioni, che saranno loro restituite puntualmente tra il 2027 e il 2029. Non ci faremo prendere in giro”. Parla di “presa in giro inaccettabile sugli extraprofitti” anche il capogruppo del M5S alla Camera, Francesco Silvestri. Per il portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, “la tassa sulle banche nasconde un grande trucco, una vera grande presa in giro nei confronti degli italiani: si tratta semplicemente di un’anticipazione sulle imposte”. E Nicola Fratoianni (Avs) definisce quello Meloni un “governo di illusionisti”.
La legge di Bilancio non convince neanche la Cgil, che parla di “austerità selettiva” del governo: “Avendo deciso di non andare a prendere i soldi dove sono, per rispettare i parametri del nuovo Patto di Stabilità risulterà inevitabile tagliare risorse sia al welfare universalistico”. Dura la Uil: “I sacrifici richiesti colpiscono solo una parte della popolazione, mentre banche e assicurazioni, invece dell’extratassa sugli extraprofitti, più volte richiesta da noi, dovranno solo anticipare allo Stato contributi che, alla fine, verranno restituiti”, commenta la segretaria confederale, Vera Buonomo. Positivo, invece, il primo bilancio della Cisl: “Guardando a quanto anticipato dal Consiglio dei ministri, molti contenuti recepirebbero proposte avanzate dalla Cisl già da luglio. Se questi interventi fossero confermati, sarebbero passi in avanti innegabili”.
Un altro disco verde il governo lo guadagna da Confagricoltura, che “giudica positivamente alcune misure inserite nel disegno di legge di bilancio, in particolare la conferma delle misure di riduzione del carico fiscale a favore dei lavoratori dipendenti”. Dalla prossima settimana la partita si sposta tra Parlamento italiano e Bruxelles: si entra nella fase ‘hot’, con l’obiettivo di chiudere presto e senza troppe turbolenze, possibilmente.