Una buona notizia già acquisita per chi vuole il Ponte sullo Stretto di Messina e un’altra che potrebbe arrivare dalla Manovra. Mercoledì sera, infatti, è arrivato il via libera della commissione Via-Vas al progetto, mentre tra gli emendamenti alla legge di Bilancio 2025 ce n’è uno, della Lega, che aumenta i fondi di quasi 1,2 miliardi. Ma è meglio procedere con ordine.
Il sì della Commissione tecnica di valutazione sulla compatibilità ambientale del progetto arriva in virtù delle condizioni ambientali prescritte “che dovranno essere ottemperate perlopiù nella fase della presentazione del progetto esecutivo” e riguardano “non solo l’ambiente naturale, terrestre, marino ed agricolo, ma anche aspetti relativi a progettazione di dettaglio per le opere a terra, relativi a cantierizzazione, gestione delle materie, approvvigionamenti, rumore e vibrazioni”, fa sapere il Mase. La decisione, ovviamente, fa esultare Matteo Salvini: “L’Italia può guardare al futuro”, dice il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Che ritiene “infondato” anche l’allarme sismico: “Qualora si ripetesse a Messina un terremoto disastroso, i tecnici spiegano che l’unica cosa che rimane in piedi è il Ponte”.
Il disco verde della commissione attiva anche il Cipess: “Stiamo già lavorando sul dossier per rispettare i tempi del cronoprogramma e dare al Paese l’opera più straordinaria del secolo”, fa sapere infatti il sottosegretario, Alessandro Morelli, ricordando che “si stanno già fissando i primi incontri tra il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica e i tecnici della Società Stretto di Messina per accelerare i tempi e contestualmente avviare una approfondita valutazione delle proposte progettuali e finanziarie”. Perché “l’obiettivo – sottolinea sempre Morelli – è approvare il progetto definitivo prima possibile, permettendo così l’avvio dei lavori nel 2025”.
Per il viceministro al Mit, Edoardo Rixi, l’opera è “fondamentale per riprendere credibilità a livello internazionale”. Mentre il sottosegretario al ministero delle Infrastrutture, Tullio Ferrante, la definisce “un’infrastruttura prioritaria per lo sviluppo economico e sociale” oltre che “simbolo di una nuova fase per il Sud e per tutto il Paese”. Opinioni diametralmente opposte a quelle di Verdi e Cinquestelle: “Il parere espresso dalla Commissione Via, che è stata modificata pochi giorni prima dell’emanazione del parere con la nomina di esponenti muniti di tessere di partito, alcuni dei quali esperti in installazione di ascensori e ristrutturazioni di appartamenti, avrebbe previsto 60 nuove prescrizioni che modificano sostanzialmente il progetto presentato. Un parere favorevole che sembrerebbe una bocciatura”, interviene Angelo Bonelli (Avs). Sulla stessa linea il M5S: “Un via libera della commissione Via-Vas scontato ma che odora di buffonata, visto che la commissione stessa è stata ridotta a caminetto per consiglieri comunali vecchi e nuovi di area centrodestra”.
Attacchi che non scalfiscono la Lega. “Il progetto del Ponte va avanti e, smontando man mano tutte le fake news di certa sinistra, compie passi fondamentali”, commenta il senatore siciliano e commissario regionale del Carroccio, Nino Germanà. Dal suo partito Salvini riceve anche altro supporto, visto che il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, verga un emendamento alla legge di Bilancio che, di fatto, ridurrebbe il contributo delle casse dello Stato (dai 9,3 miliardi del 2023 a 6,9), aumentando quello dei fondi europei di Coesione del programma 2021-2027 (che leviterebbero da 718 milioni a 6,1 miliardi), ai quali vanno aggiunti altri 1,6 miliardi (cifra invariata). Il totale, però, arriva a quasi 14,7 miliardi di euro, dunque circa 1,2 in più rispetto a quelli stanziati al momento della riattivazione del progetto. Una decisa ‘boccata d’ossigeno‘ per il Ponte, sempreché la proposta passi il vaglio del Parlamento.