Pmi Day di Confindustria: a Torino l’evento per avvicinare imprese e giovani. Focus su Ia

La giornata organizzata da Piccola Industria Confindustria, Unione Industriali di Torino e Anitec-Assinform, in collaborazione con Rete Nazionale Licei Economici Sociali d'Italia

Le imprese si raccontano ai giovani cercando, ancora una volta, di ‘matchare’ richieste professionali con competenze e offerta.  Con 1.250 imprese coinvolte, circa 700 scuole medie e superiori e oltre 50 mila partecipanti il Pmi Day di Confindustria arriva alla 15esima edizione con un evento del tutto speciale, organizzato a Torino da Piccola Industria Confindustria, Unione Industriali di Torino e Anitec-Assinform, in collaborazione con Rete Nazionale Licei Economici Sociali d’Italia. Qui il tema della formazione e della cultura d’impresa si intreccia a una delle grandi sfide che le Pmi italiane stanno affrontando, insieme all’intera industria europea: la transizione digitale. Cos’è un’impresa e come sta cambiando? Come si usa l’IA e come il lavoro in aziende si sta trasformando con l’intelligenza artificiale? Quali competenze cercano le imprese e come si risponde alle aspirazioni e alle esigenze di chi è nato nel nuovo millennio? Queste le domande rivolte a una platea di studenti dei licei economico sociali, frutto di un lavoro che solo sul territorio torinese ha coinvolto 3.700 ragazzi.

In generale, infatti, l’iniziativa è volta all’impegno delle imprese nel raccontarsi ai giovani attraverso incontri e visite guidate in azienda che coinvolgono, oltre agli studenti, anche insegnanti, famiglie, istituzioni locali e stampa. “Il Pmi Day rappresenta un importante momento per diffondere la cultura d’impresa alle nuove generazioni e far comprendere il ruolo sociale giocato dalle imprese”, mette in evidenza Filippo Sertorio Presidente Piccola Industria Unione Industriali Torino. “Per fare questo sempre più aziende torinesi sono attive nel progetto: quest’anno sono oltre 70 e ospiteranno circa 2800 ragazzi. Così riusciamo a ‘Costruire’ la consapevolezza delle loro aspirazioni e delle opportunità disponibili, e lo facciamo mostrando impianti, prodotti e tecnologie”. Suo obiettivo è arrivare  a 5 mila studenti coinvolti: “in questi anni – spiega – E’ cambiato il paradigma: mentre prima facevamo molta fatica a convincere le scuole e i ragazzi a partecipare a questa giornata oggi sono le scuole, gli insegnanti e i presidi che ci cercano, per chiederci di andare a parlare nelle scuole, per chiederci di far venire i ragazzi e gli studenti nelle nostre aziende”. Per Marco Gay, presidente dell’Unione industriali Torino, l’evento “ormai da anni rappresenta il momento di incontro con le scuole, per far conoscere le imprese, soprattutto quelle del nostro territorio”. “Credo – aggiunge -che la cosa più interessante sia sfatare un po’ di falsi miti parlando con i ragazzi e soprattutto sentire qual è la loro visione anche in temi d’avanguardia come quello dell’intelligenza artificiale”.

Il focus dell’evento torinese infatti è stato sull’Ai, organizzato la partecipazione di Anitec-Assinform, associazione di categoria di tutte le aziende informatiche. “Da un lato volevamo far capire alle aziende quanto è importante oggi investire o apprendere sui temi dell’intelligenza artificiale – continua Sertorio – dall’altra, far capire ai ragazzi che l’intelligenza artificiale ormai è presente non è neanche più il futuro e quindi bisogna assolutamente conoscere bisogna impararla”. L’intelligenza artificiale “ha avuto un’accelerazione degli investimenti nell’ultimo anno impressionante, ormai si parla di decine di miliardi di dollari ogni trimestre. Quindi l’impatto che avrà sulle imprese e sul mondo sarà sicuramente importante”, ammette il presidente di Anitec-Assinform Massimo Dal Checco,  Per questo le scuole in modo particolare devono riuscire a “trasmettere quanto tutto ciò sia da conoscere, da conoscere bene, perché quando le cose non si conoscono, poi spaventano”. Assodato il fatto che l’Ai porti con sé un miglioramento della competitività (chi la utilizza porta esempi di un bilancio migliore una redditività migliore e un ebit migliore), ora, per Dal Checco “è assolutamente importante chele piccole e medie imprese, “prima dei ragazzi” capiscono questa cosa “perché i tempi sono molto stretti e capire quali possono essere in ambito strategico gli utilizzi di queste di queste tecnologie all’interno dell’impresa è centrale”.

Anche perché, ha ricordato Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria, il problema generale della piccola impresa oggi è proprio “la size, la dimensione” che porta al “rischio di non riuscire a incontrare quella competitività che magari hanno realtà molto più grandi, molto più strutturate”. Ora, continua, “questo strumento permette ancora di più alle piccole imprese di poter concentrarsi, visto che hanno un limite di risorse umane finanziarie, proprio sul core business, su quello che caratterizza la nostra piccola impresa, che è un po’ la capacità di innovare e la flessibilità dei nostri imprenditori”.