Acqua, Petrini (Slow food): L’agricoltura non è efficiente, troppi sprechi

“Facile come bere un bicchiere d’acqua: chi di noi non l’ha mai detto, riferendosi a un’azione che per quanto semplice non necessita di essere pensata, riflettuta? In realtà a partire da un bicchiere d’acqua si possono tessere interconnessioni che si dipanano a livello globale e che, per vie più o meno dirette, interessano il cibo. Ed è proprio per questo che la Fao ha deciso di dedicare l’odierna giornata mondiale dell’alimentazione all’acqua. Perché «l’acqua è vita, l’acqua ci nutre”. Lo scrive Carlo Petrini, inventore di Slow Food, in un intervento su La Stampa. “Il settore che ha più fame d’acqua è senz’altro quello agricolo, con il 70% dell’acqua dolce utilizzata, permettetemi di dire spesso inefficientemente, per questo scopo – continua Petrini -. Nelle grandi estensioni agricole si continua infatti a ricorrere principalmente all’irrigazione a pioggia: un sistema (c’è stata, qualche anno fa una proposta di legge per vietarlo, subito accantonata) che richiede grandi volumi d’acqua, parte dei quali evaporano ancora prima di toccare il suolo. Inoltre lo stoccaggio dell’acqua in sistemi di raccoglimento non è ancora pratica comune, così come mancano gli incentivi ad adottare pratiche di economia circolare quali il riutilizzo di acque reflue depurate per fini irrigui”.

La disamina di Petrini continua: “A questi aspetti si aggiunge l’uso massiccio di pesticidi (giovedì, in Commissione europea, l’Italia ha votato a favore del rinnovo dell’autorizzazione a favore dell’uso glifosato!) e fertilizzanti in agricoltura e di antibiotici nell’allevamento, che fanno sì che una parte residuale permei nel terreno e raggiunga le falde acquifere, oppure si riversi nei corsi d’acqua; generando in entrambi casi problemi di inquinamento e contaminazione. L’agricoltura non è quindi efficiente nell’uso della risorsa idrica, se però il cibo prodotto venisse tutto consumato, in un certo qual modo potremmo ancora riuscire a giustificare la situazione”.