“Parto col dire che una corretta educazione alimentare può fornire importanti strumenti per contrastare il riscaldamento globale di cui il sistema alimentare è vittima (per via dell’aumento delle temperature e di eventi climatici estremi sempre più frequenti) e carnefice (perché responsabile del 37% delle emissioni di gas serra). Una crisi che causerà, nel prossimo futuro, guerre e sofferenze perché compromette l’accesso delle popolazioni a terreni fertili (quindi al cibo), e il cui legame con i sistemi alimentari non è ancora stato intercettato neppure dai giovani: senz’altro i più sensibili alla questione ambientale”. Lo scrive Carlo Petrini, inventore di Slow Food, in un suo intervento su La Stampa in concomitanza con la giornata dell’Educazione. Petrini prosegue: “Ad aver ben individuato la connessione tra cibo e clima è sicuramente il comparto produttivo, sia quello di piccola scala – che spesso ne subisce gli effetti in maniera determinante – sia quello industriale che, oltre ad arrecare i danni peggiori, tende sempre più a tingersi di ‘verde’ senza alcuna veridicità. In questo particolare periodo storico l’educazione alimentare è quindi un punto dirimente anche per contrastare il largo uso di ‘greenwashing’ che viene fatto nella pubblicità alimentare (nella quale in maniera spudorata si racconta di tutto e di più)”.