Clima, Illy: Con cambiamenti metà piantagioni caffè è inutilizzabile

“Il caffè può crescere solo nella cosiddetta fascia tropicale, con certe temperature e una piovosità media. Ogni volta che queste condizioni climatiche vengono alterate la produzione entra in sofferenza. Secondo uno studio condotto nel 2015 dalla Columbia University entro il 2050 il 50% delle terre attualmente coltivabili a caffè non saranno più utilizzabili. Non potendo aumentare le terre coltivabili dobbiamo ricorrere ad altri mezzi”. Lo dice Andrea Illy, presidente dell’azienda che dal 1933 produce caffè, in una intervista a Repubblica. Illy è anche presidente della Regenerative Society Foundation, costituita nel 2020 insieme all’economista Jeffrey D. Sachs per sostenere la decarbonizzazione: “Abbiamo già raggiunto la saturazione dei terreni agricoli, che occupano il 50% delle terre abitabili. Un secolo fa erano il 25%, due secoli fa la metà. Coltiviamo già oltre 5 miliardi di ettari di terra, e abbiamo già operato massicce deforestazioni. Adesso si parla giustamente della tutela della Foresta Amazzonica, ma pochi sanno che esisteva la Foresta Atlantica, ancora più grande, e che ha subìto un disboscamento del 92%”, racconta. Illy continua: “Il caffé è una questione minore, occupa appena due milioni di ettari nel mondo. Però è anche vero che la domanda è cambiata, perché non viene più considerato una sorta di commodity, una bevanda che si consuma per via della caffeina, per restare svegli insomma. Adesso lo si degusta, viene assaporato come il vino, e quindi per ottenere un prodotto esperienziale di questo tipo, che il consumatore possa apprezzare, servono forniture che arrivano da aree e anche da Paesi diversi. Le vie sono due : migliorare le pratiche agronomiche rigenerative e aumentare la biodiversità, creando cultivar particolarmente resistenti ai cambiamenti climatici, dalle alluvioni al caldo eccessivo”.