Barilla si dice “pronta” ad affrontare gli aumenti dei dazi doganali, negli Stati Uniti come altrove. Lo ha assicurato il suo presidente, Guido Barilla, in un’intervista all’AFP.
Quando si parla di esportazioni, “la situazione è ogni giorno più complicata, ma noi siamo pronti”, ha detto Barilla, a margine dell’inaugurazione di un nuovo centro di ricerca nel suo stabilimento vicino a Parma. “L’industria deve essere pronta a rispondere alle esigenze dei mercati e ai cambiamenti delle decisioni commerciali dei paesi. Non spetta a noi discutere o decretare se una politica doganale sia giusta o meno”, ha sottolineato.
Il presidente americano Donald Trump ha introdotto ad aprile dazi doganali cosiddetti “reciproci” di almeno il 10% sulla maggior parte dei prodotti che entrano negli Stati Uniti, con l’obiettivo di ridurre il deficit commerciale del Paese e sostenere la produzione locale. Sotto pressione per ridurre il costo della vita degli americani, il 14 novembre ha annullato questi dazi sui prodotti di uso quotidiano, come il caffè, gli avocado o la carne bovina importati. Ma non sulla pasta, sul vino o su altri prodotti che costituiscono il punto di forza delle esportazioni italiane.
Il continente americano rappresentava quasi un quarto (23,6%) dei quasi 5 miliardi di euro di fatturato di Barilla nel 2024, e il marchio delle scatole blu possiede quattro stabilimenti, di cui due negli Stati Uniti, uno in Messico e uno in Canada.
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