Dazi, Lavazza: Noi ci espandiamo all’estero, obiettivo mille caffetterie in Cina

I dazi “sono un problema serio, il Brasile è il produttore più importante di caffè e tassarlo al 50% non rende sostenibile l’esportazione negli Usa. Così si provoca un effetto a catena, per cui può aumentare il prezzo del caffè”. Lo dice Giuseppe Lavazza, presidente dell’omonimo Gruppo, che festeggia i 130 anni di vita. “Il mare in tempesta va affrontato mantenendo la calma e affidandosi ai propri principi. Il nostro obiettivo è offrire solidità e continuità in un contesto complesso, perché i momenti di crisi passano, ma perdere coerenza e identità significa perdere molto di più di una temporanea posizione economica”, sottolinea in un colloquio con la Stampa. Nel 2024 il fatturato ha superato 3,35 miliardi di euro (+9,1%), con Ebitda a 312 milioni (+18,6%) e utile netto a 82 milioni (+20,6%): “L’espansione internazionale con una forte crescita negli Usa e mercati chiave europei come Italia e Francia è il risultato di una strategia chiara che punta a una presenza globale, multicanale e multibrand”, conferma Lavazza. Che spiega ancora: “Abbiamo chiuso il 2024 con 3 miliardi e mezzo di giro d’affari e il 70% è rappresentato dalle vendite internazionali. L’Italia ormai pesa circa il 30%. Siamo presenti in 140 Paesi e quelli più importanti sono la Francia, dove abbiamo una quota pari quasi a quella dell’Italia, e la Germania”. spiega Lavazza. Poi ci sono gli “Stati Uniti e il Canada, che sono territori di sviluppo per il gruppo, e una serie di nazioni dell’est Europa che stanno andando molto bene tra cui spicca la Polonia. Inoltre abbiamo un’operazione in Cina, attraverso una joint venture con il partner Yum China, iniziata nel 2020, con l’obiettivo di aprire 1.000 caffetterie monomarca. Per ora siamo arrivati a un centinaio di punti vendita”.