Dazi, Noci (PoliMi): Usa e Cina entrambi deboli, per ora solo chiacchiere da Xi

“Stati Uniti e Cina sono entrambi deboli, per motivi diversi. Gli Stati Uniti perché destinati a pagare l’effetto dei dazi, la Cina perché deve affrontare una difficilissima transizione da un’economia manifatturiera a un’economia basata sulla domanda interna”. Lo dice Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano ed esperto di temi geoeconomici. “Da un lato la Cina è convinta di poter reggere meglio degli Stati Uniti in un conflitto prolungato. Dall’altro ha in mano le carte: con lei Trump non può giocare la stessa partita che ha giocato con l’Europa, la deve inseguire”, aggiunge nell’intervista a Repubblica. Le carte sono “le terre rare, elementi fondamentali che almeno per i prossimi anni non sono producibili negli Stati Uniti. Più in generale, il ruolo che la Cina occupa nelle filiere produttive globali non è replicabile. Vale anche per i chip meno avanzati: senza le merci cinesi si blocca l’industria globale”. E ancora: “La Cina ha ben chiaro dove vuole arrivare, cioè a una autonomia tecnologica che non è così lontana, neppure sui chip avanzati. Vuole poi un grande tavolo diplomatico con gli Stati Uniti in cui dividersi le sfere di influenza e raggiungere intese su singoli temi, come l’Intelligenza artificiale. L’esito dipende molto da Trump, con le sue oscillazioni è difficile pensare a qualche forma di stabilità. Ma resta il fatto che il vecchio ordine a guida americana non regge più”. Infine sulle minacce di Xi Jinping: “Per il momento sono chiacchiere.

La Cina può uscire dalla sua transizione economica solo se fa delle serie riforme strutturali: ridurre i debiti delle provincie, riformare il welfare e le norme sulla residenza, cambiare la struttura federale. Finora ha introdotto misure estemporanee, il nuovo piano quinquennale, che sarà presentato il prossimo anno, darà la misura delle sue intenzioni