Etna, vulcanologo Neri: Episodio non allarmante, può durare per mesi

“Si è trattato di un’eruzione classificata in vulcanologia di tipo stromboliano violento. In linguaggio più semplice si può definire come fontana di lava”, Così Marco Neri, vulcanologo dell’Osservatorio Etneo e dirigente di ricerca dell’Ingv. “È una manifestazione tipica dell’area sommitale dell’Etna, da tempo non se ne verificava una di energia simile e potrebbero essercene altre nei prossimi mesi” , aggiunge nel colloquio con il Corriere della Sera. “Quando il magma migra verso l’alto, preme sulle pareti dei crateri generando instabilità. Se supera una certa soglia di resistenza, il cono può crollare. Ieri il crollo è avvenuto verso l’esterno del cratere. Ciò ha creato un flusso piroclastico di materiale incandescente misto a ceneri che è sceso lungo la Valle del Leone e poi è traboccato nella Valle del Bove, due aree disabitate. In 2-3 minuti ha coperto una distanza massima di quattro chilometri a una velocità di circa 100 chilometri all’ora”, spiega. Poi Neri parla dei sistemi di monitoraggio: “Sui suoi fianchi sono stati installati centinaia di sensori che registrano ogni minima variazione dei parametri di controllo che potrebbero annunciare l’imminenza di un’eruzione importante. Una grande eruzione non avviene all’improvviso, ma è preceduta da determinati segnali. Per esempio la deformazione dei fianchi del vulcano, impercettibile a occhio umano ma avvertita dagli strumenti, così come la variazione della composizione chimica dei gas emessi. In questi giorni non sono state notate variazioni”.