Ia, Draghi: Europa la sviluppi o rischio stagnazione, ridurre gap con Usa e Cina

“L’intelligenza artificiale può essere solo uno strumento come si dice spesso, ma ciò che la rende eccezionale è la sua capacità di diffondersi nell’economia in tempi molto più rapidi rispetto alle precedenti rivoluzioni tecnologiche, quindi la divergenza tra i paesi che abbracciano l’innovazione e quelli che esitano si allargherà sensibilmente rapidamente negli anni a venire, ed è per questo che l’Europa vive oggi un momento di verità. Se non colmiamo questo divario e non adotteremo queste tecnologie su larga scala l’Europa rischia un futuro di stagnazione con tutte le sue conseguenze”. Così Mario Draghi intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano. “Negli ultimi vent’anni siamo passati dall’essere un continente che accoglieva le nuove tecnologie riducendo il divario con gli Stati Uniti, a uno che ha progressivamente retto barriere all’innovazione e alla sua adozione – continua l’ex premier – Lo abbiamo già visto nella prima fase della rivoluzione digitale, quando la crescita della produttività europea è scesa a circa la metà del ritmo statunitense e quasi tutta la divergenza è emessa dal settore tecnologico. Ora questo schema si ripete con la rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Lo scorso anno gli Stati Uniti hanno prodotto 40 grandi modelli fondamentali, la Cina 15, l’Unione Europea solo 3. E lo stesso schema si osserva in molte altre tecnologie di frontiera, dalla biotecnologia ai materiali avanzati fino alla fusione nucleare dove numerose innovazioni significative e investimenti privati avvengono al di fuori dell’Europa”.