La Cina potrebbe aumentare le sue importazioni di petrolio di 1,4 milioni di barili al giorno entro il 2030. Lo ha affermato Igor Sechin, amministratore delegato di Rosneft, in occasione del Forum russo-cinese sull’energia e lo riporta l’agenzia di stampa Tass. “I punti di crescita del consumo globale di petrolio si trovano nella regione Asia-Pacifico, soprattutto in Cina. Le previsioni delle principali agenzie di analisi globali indicano che entro il 2030 le importazioni di petrolio della Cina potrebbero aumentare di 1,4 milioni di barili al giorno”, ha detto.
Sechin ha anche osservato che nell’ultimo decennio la Russia è diventata il principale fornitore di petrolio della Cina con una quota di mercato di circa il 20%, mentre i risparmi della Cina derivanti dall’acquisto di petrolio russo, rispetto alle alternative mediorientali, hanno raggiunto circa 20 miliardi di dollari dal 2022. Secondo lui, la quota della Russia nelle forniture di gas alla Cina supera il 20%. “Negli ultimi 10 anni, grazie a una tempestiva svolta verso l’Oriente, la Russia è diventata il primo fornitore di petrolio della Cina con una quota di circa il 20%. Grazie alla maggiore efficienza dell’acquisto di petrolio russo rispetto alle alternative mediorientali, il beneficio economico cumulativo per la Cina dal 2022 ammonta, secondo le nostre stime, a circa 20 miliardi di dollari”, ha affermato.