A ottobre, i ricavi mensili derivanti dalle esportazioni di combustibili fossili della Russia hanno registrato un calo del 4% su base mensile, attestandosi a 524 milioni di euro al giorno, il livello più basso registrato dall’invasione dell’Ucraina. Lo segnala il Crea, Centro di Ricerca internazionale per l’Energia e l’aria pulita, secondo cui i ricavi del petrolio greggio sono rimasti stabili a 238 milioni di euro al giorno, di cui 59 milioni dalle esportazioni tramite oleodotti e 179 milioni dal greggio trasportato via mare. I ricavi del Gnl sono invece aumentati del 10%, raggiungendo i 38 milioni di euro al giorno, il che corrisponde a un aumento del 29% dei volumi esportati. I ricavi derivanti dal gasdotto sono diminuiti del 6%, attestandosi a 69 milioni di euro al giorno. I ricavi derivanti dalle esportazioni di prodotti petroliferi trasportati via mare hanno registrato un forte calo dell’11% su base mensile, attestandosi a 114 milioni di euro al giorno. Per la prima volta in 6 mesi, i ricavi derivanti dal carbone sono diminuiti del 10% su base mensile, attestandosi a 62 milioni di euro al giorno, con un aumento dei volumi esportati del 14%.