Ponte Stretto, Busia: Non sono contrario ma non voglio subappalti a cascata

“Non sono contrario al Ponte, è una scelta legittima del governo e del Parlamento su cui non metto bocca. L’autorità che dirigo si preoccupa solo che venga realizzato senza contenziosi, pagando il meno possibile e garantendo l’interesse pubblico”. Lo dice Giuseppe Busia, classe 1969, già segretario generale dell’autorità di vigilanza dei contratti pubblici, oggi è a capo dell’Anticorruzione. In una intervista a La Stampa precisa. “Il problema di fondo è aver rinunciato alla gara, scegliendo il precedente contraente (Webuild, la società che ha assorbito la vecchia Impregilo, ndr). Questa scelta, oltre a vincolare al progetto di dieci anni fa, pone precisi obblighi finanziari fissati dalle regole europee”. Nello specifico: “La direttiva prevede che il costo dell’opera non possa salire oltre il 50 per cento di quanto messo a gara. Originariamente l’importo era fissato a 4, 3 miliardi, il che significherebbe non poter andare oltre i 7. Nell’ultimo Documento di economia e finanza si ipotizza una cifra superiore ai 13 miliardi, probabilmente tenendo conto delle varianti approvate nel 2011, quando il costo lievitò a 8, 5. Non è però detto che questa interpretazione sia accolta a Bruxelles”. Infine sui subappalti Busia spiega. “Ho detto che sarebbe utile evitare subappalti a cascata, quelli – per intenderci – senza limiti, che aprono a maggiori rischi di minore qualità delle opere e violazioni di legge. E aggiungo: sarebbe bene non ci fossero deroghe alle norme antimafia, che andrebbero rafforzate”.