Le 36 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (Co₂) immesse ogni anno nell’atmosfera a causa delle attività umane, ad oggi hanno portato all’aumento di circa 1,1°C della temperatura media globale, rispetto al periodo preindustriale. È quanto si legge nel report del Wwf ‘Deforestazione e cambiamento climatico: l’impatto dei consumi sui sistemi naturali’, pubblicato in occasione della Giornata internazionale delle foreste.
Le conseguenze sui meccanismi che regolano il clima e di conseguenza tutto il funzionamento del Pianeta, spiega il Wwf, sono evidenti e pericolose, come l’aumento di eventi meteo estremi, l’innalzamento del livello del mare, la diminuzione del ghiaccio marino in Artico. Un riscaldamento di oltre 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali (soglia limite sui cui puntare, secondo nell’Accordo di Parigi) aumenta il rischio associato a cambiamenti di lunga durata o irreversibili, come, ad esempio, la perdita di alcuni ecosistemi, “con conseguenze devastanti sul funzionamento della biosfera e delle nostre società”.
Le foreste – afferma l’associazione ambientalista – catturano enormi quantità di carbonio: assorbono ogni anno 1/3 delle emissioni antropiche di Co2 da combustibili fossili, evitandone l’accumulo in atmosfera. Dopo gli oceani, le foreste (in particolare quelle tropicali e boreali) sono a livello globale il secondo maggior serbatoio di carbonio trattenendo complessivamente ben 861 miliardi di tonnellate di carbonio.
Questo, spiega l’associazione ambientalista, viene però compromesso quando ecosistemi naturali, come le foreste, sono distrutti o degradati. Considerando che gli alberi sono costituiti per circa il 20% del proprio peso da carbonio, parte della Co2 assorbita dalle foreste tramite la fotosintesi viene riemessa in atmosfera quando gli alberi vengono tagliati. “In questo modo – si legge nel report – da essere parte della soluzione le foreste diventano parte del problema: la deforestazione rappresenta infatti la seconda fonte umana di Co2, con ben 8 miliardi di tonnellate di Co2 emesse ogni anno dal 2000 ad oggi, periodo in cui è stato perso ben il 10% della superficie forestale mondiale“. Oltre ai problemi legati al clima, la deforestazione mette a rischio la sopravvivenza delle popolazioni indigene che dipendono strettamente da questi ecosistemi e provoca la perdita dell’habitat di molte specie animali e vegetali, causandone spesso l’estinzione.
Secondo il report del Wwf quasi il 90% della deforestazione a livello globale è dovuto all’espansione dell’agricoltura. Gli allevamenti di bovini insieme alle coltivazioni di palma da olio, soia, cacao, gomma, caffè e legno sono stati responsabili del 57% della deforestazione connessa con l’agricoltura tra il 2001 e il 2015, portandoci via un’area di foreste grande quanto la Germania.