Il Delta del Po è sempre più salato, tanto da portare alla sospensione dell’irrigazione in alcune zone di Porto Tolle ed Ariano, nel Polesine rodigino, dove sono state attivate pompe mobili d’emergenza per garantire la sopravvivenza delle colture. Lo rende noto l’Anbi, spiegando che la risalita del cuneo salino lungo il fiume supera ormai i 15 chilometri. La causa è la siccità: al rilevamento di Pontelagoscuro il Po è sceso al di sotto dei minimi storici, toccando i 301,6 metri cubi al secondo, molto al di sotto della soglia critica, fissata a mc/sec 450.
“È un fenomeno invisibile, ma che sta sconvolgendo l’equilibrio ambientale del delta polesano – commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue – Se la situazione persisterà, entro la settimana prossima saranno contaminate le prime falde destinate all’uso potabile”.
Molto grave è la situazione idrica anche nel resto del Veneto, dove tutti i corsi d’acqua, ad eccezione del Bacchiglione, registrano decrescite vertiginose: il bollettino pluviometrico regionale segnala come, a maggio, il deficit sia stato del 46%, mentre in alcuni bacini si sia arrivati addirittura ad oltre il 70% (Lemene -77%, Pianura tra Livenza e Piave – 73%) o poco meno (Tagliamento -67%, Sile -61%). L’indice SPI (Standardized Precipitation Index) annuale certifica una regione in larga parte colpita da estrema siccità. Il secondo fiume italiano, l’Adige, ad esempio, alla stazione di Boara Pisani segna un livello idrometrico inferiore di oltre 2,20 metri rispetto a quello dell’anno scorso e di circa un metro rispetto al 2017.