
Ripristinare 1,5 miliardi di ettari di terreni degradati e dare impulso a un’economia di ripristino dei terreni da mille miliardi di dollari entro il 2030. E’ l’obiettivo della Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità che si svolge il 17 giugno. Il tema scelto quest’anno è ‘Ripristinare la terra. Sbloccare le opportunità’ e mette in luce come il ripristino del fondamento della natura, la terra, possa creare posti di lavoro, aumentare la sicurezza alimentare e idrica, sostenere l’azione per il clima e costruire resilienza economica.
La Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1994, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere soluzioni alla desertificazione, al degrado del suolo e alla siccità. Gli eventi si svolgono in tutto il mondo, ma quello di commemorazione globale del 2025 sarà ospitato dal governo della Colombia. Le precedenti celebrazioni sono state ospitate da Germania (2024), Stati Uniti (2023), Spagna (2022), Costa Rica (2021), Repubblica di Corea (2020), Turchia (2019), Ecuador (2018) e Burkina Faso (2017).
Oltre la metà del Pil globale dipende da ecosistemi sani. Eppure, ogni anno, un’area delle dimensioni dell’Egitto si degrada, causando la perdita di biodiversità, aumentando il rischio di siccità e costringendo intere comunità a spostarsi. Gli effetti a catena sono globali: dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari all’instabilità e alle migrazioni.
Il ripristino del territorio capovolge la situazione: ogni dollaro investito genera un ritorno economico da 7 a 30 dollari. Rivitalizzare il territorio ripristina la produttività, rafforza i cicli dell’acqua e sostiene milioni di mezzi di sussistenza rurali. “Il degrado del suolo e la siccità sono gravi fattori di degrado per la nostra economia, la stabilità, la produzione alimentare, l’acqua e la qualità della vita”, ha dichiarato il segretario esecutivo dell’Unccd, Ibrahim Thiaw. “Il ripristino del suolo è la nostra opportunità per invertire queste minacce e creare nuove possibilità”.
Mentre ci avviciniamo al punto medio del Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino degli Ecosistemi (2021-2030), agire è più urgente che mai. Per raggiungere gli obiettivi globali, 1,5 miliardi di ettari devono essere ripristinati entro il 2030. Finora, 1 miliardo di ettari è stato promesso attraverso iniziative come la G20 Global Land Restoration Initiative e la Great Green Wall Initiative. Le ragioni finanziarie sono chiare, ma è necessario agire di conseguenza. Secondo il Meccanismo Globale dell’Unccd, il mondo dovrebbe investire 1 miliardo di dollari al giorno tra il 2025 e il 2030 per arrestare e invertire il degrado del suolo. Gli investimenti attuali sono insufficienti, attestandosi a 66 miliardi di dollari all’anno, e solo il 6% proviene dal settore privato. Dobbiamo aumentare l’ambizione e gli investimenti sia da parte dei governi che delle imprese. Ciò significa sbloccare nuove fonti di finanziamento, creare posti di lavoro dignitosi, abbracciare l’innovazione e sfruttare al meglio le conoscenze tradizionali.
“Esorto governi, imprese e comunità – è il messaggio del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres – a rispondere a questa chiamata e ad accelerare l’azione sui nostri impegni globali condivisi per un uso sostenibile del suolo. Dobbiamo invertire il degrado e incrementare i finanziamenti per il ripristino, anche sbloccando gli investimenti privati”.