Ghiacciai in ritirata in Antartico: febbraio 2023 quinto più caldo
Il Copernicus Climate Change Service conferma che in Europa la temperatura media da dicembre 2022 a febbraio 2023 è stata 1,44 C sopra la media della stagione 1991-2020: si tratta del secondo valore invernale più caldo mai registrato
Il mese di febbraio 2023 è stato il quinto più caldo a livello globale, chiudendo così un inverno considerato il secondo più caldo mai registrato in Europa. Temperature così alte da provocare la riduzione dei ghiacciai: infatti il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la sua estensione mensile più bassa nel record di dati satellitari, al 34% al di sotto della media di febbraio, battendo il precedente record di febbraio 2017. Anche l’estensione giornaliera del ghiaccio marino antartico ha raggiunto un minimo storico, superando il record precedente stabilito in febbraio 2022. Sono i dati elaborati dal Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell’Ue.
Le condizioni più calde della media più notevoli sono state riscontrate nel nord della Norvegia e in Svezia, in tutta la Russia nordoccidentale nelle aree circostanti il mare di Kara e nella regione delle Svalbard. Anche il Regno Unito ha avuto il suo quinto febbraio più caldo in un record che risale al 1884. Al contrario, sono state riscontrate temperature mensili più fredde della media nella penisola iberica, in Turchia e in parti del Caucaso. In Europa, la temperatura media da dicembre 2022 a febbraio 2023 è stata 1,44 C sopra la media della stagione 1991-2020: si tratta, sottolinea Copernicus, del secondo valore invernale più caldo mai registrato in Europa. L’inverno del 2019/2020 è stato di quasi 1,4 C più caldo e questa stagione invernale è stata di 0,03 C rispetto al 2016 e al 2007.
Il ghiaccio marino, che si scioglie in estate e si ricostruisce in inverno, ha raggiunto “la sua estensione più bassa nei 45 anni in cui sono stati registrati i dati satellitari” il 16 febbraio, ha dichiarato Samantha Burgess, vicecapo dell’Osservatorio del cambiamento climatico di Copernicus. “L’estensione minima giornaliera del ghiaccio marino in Antartide è stata raggiunta il 16 febbraio 2023 con un’estensione totale di 2,06 milioni di km²”. Questi dati confermano quelli dell’osservatorio americano di riferimento, il National Snow and Ice Data Center (NSIDC), che aveva annunciato di aver misurato a febbraio un’estensione minima record del ghiaccio marino antartico. L’NSIDC ha infatti fatto notato un’estensione minima di “1,79 milioni di chilometri quadrati” raggiunta il 21 febbraio, specificando che si trattava di una cifra “preliminare”. Da confermare, già ben al di sotto il record di febbraio 2022. Lo scioglimento del ghiaccio marino non ha un impatto immediato sul livello del mare, perché si forma congelando l’acqua salata già presente nell’oceano. Ma il suo scioglimento sottopone la calotta glaciale all’assalto delle onde. Tuttavia, questa calotta glaciale – uno spesso ghiacciaio d’acqua dolce che ricopre l’Antartide – è particolarmente monitorata dagli scienziati perché contiene abbastanza acqua da provocare un catastrofico innalzamento del livello degli oceani se mai dovesse sciogliersi. “Le calotte polari sono un indicatore della crisi climatica ed è importante monitorare da vicino i cambiamenti che stanno avvenendo lì“, ha spiegato Burgess. Per Copernicus, si tratta dell’ottavo anno consecutivo che questa banchisa si è sciolta più del minimo medio del mese di febbraio (3,4 milioni di chilometri quadrati nel periodo 1991-2020). Questa osservazione fa temere che al Polo Sud si stia verificando per la prima volta un trend significativo di riduzione del ghiaccio marino, mentre era relativamente stabile nei quattro decenni precedenti nonostante forti variazioni annuali, a differenza del Polo Nord dove lo scioglimento è molto marcato.