Greenpeace denuncia: nei Tg meno dell’1% di notizie su crisi climatica

È quanto emerge da uno studio realizzato dall'Osservatorio di Pavia: così c'è scarsa considerazione da parte dei cittadini

Telegiornale

Si sente tanto parlare dell’importanza di ‘sensibilizzare’ e ‘coinvolgere’ i cittadini con l’obiettivo di indurli a modificare le proprie pratiche di vita e consumo partendo persino dalle azioni quotidiane. Eppure, paradossalmente, il principale mezzo di informazione per la maggioranza degli italiani non prende in considerazione uno dei temi più attuali e di rilevanza internazionale. Proprio così: la televisione non parla – abbastanza – di crisi climatica. Risultato? Una scarsa “percezione da parte dei cittadini sulla gravità della minaccia e il conseguente ritardo di interventi necessari per evitare gli scenari peggiori del riscaldamento globale”. Un avvertimento che proviene direttamente da Giancarlo Sturloni, responsabile della comunicazione di Greenpeace Italia, che ha diffuso lo studio condotto dall’Osservatorio di Pavia.

I dati individuati parlano chiaro: nel periodo gennaio-aprile 2022 i telegiornali hanno trasmesso 14.211 notizie, ma solo 96 hanno trattato l’argomento ‘ambientale’, pari ad appena lo 0,7% del totale. Persino le testate più attente al riscaldamento del pianeta, cioè il TG5, il TG1 e il TG3, non hanno trasmesso più di 6 servizi al mese esplicitamente dedicati alla crisi climatica. Fanalino di coda il TG La7 e il TG4, che in media hanno parlato di cambiamenti climatici appena una volta ogni due mesi.

Non molto più confortante l’operato delle trasmissioni televisive di approfondimento, in cui si è parlato della crisi in appena 24 puntate delle 388 andate in onda nei quattro mesi dell’indagine, pari al 6% del totale. Il programma più virtuoso è Cartabianca (Rai), che ha affrontato il tema in un terzo degli episodi trasmessi e sempre in modo esplicito, mentre Unomattina (Rai) è la trasmissione che ha parlato di crisi climatica nel maggior numero di puntate, pari a 12. In fondo alla classifica le due trasmissioni di La7: L’Aria che tira non ha mai parlato della crisi climatica, mentre Otto e mezzo l’ha fatto soltanto una volta e in modo implicito.

La siccità, le ondate di calore e gli incendi che stiamo vivendo – avverte Sturloni – mostrano che non c’è più tempo: se non vogliamo bruciare insieme al pianeta, dobbiamo smettere di nascondere la testa sotto la sabbia e augurarci che la crisi climatica trovi più spazio in tv e nei programmi elettorali delle prossime elezioni politiche“.