In cima alla montagna c’è un rifugio costruito sul versante italiano. Ma il cambiamento climatico ha spostato il confine del ghiacciaio e due terzi della struttura arroccata a 3.480 metri sul livello del mare si trovano ora in Svizzera. Guide del Cervino, inaugurato nel 1984, si trova a Valtournanche, in Valle d’Aosta, sulla vetta della Testa Grigia, ai bordi del ghiacciaio del Plateau Rosa. Vi si accede da Breuil-Cervinia, sfruttando gli impianti di risalita che passano da Plan Maison e Cime Bianche Laghi. Da qui parte la funivia che raggiunge il Plateau. Il rifugio, che offre vitto e alloggio, è uno dei più apprezzati in questo angolo delle Alpi e per più di tre anni è stato oggetto di intense trattative diplomatiche tra l’Italia e la Svizzera, fino al raggiungimento di un compromesso, trovato lo scorso anno. Il contenuto della trattativa, però, resterà segreto fino al 2023, quando il governo svizzero lo approverà. Al centro della diatriba c’è proprio il nuovo disegno dei confini. Alain Wicht, responsabile del confine nazionale svizzero, ha partecipato alle trattative in cui, dice, ciascuno ha fatto concessioni per trovare “una soluzione affinché entrambi si sentano se non vincitori, almeno non perdenti“.
Sui ghiacciai alpini, la frontiera italo-svizzero segue la linea di separazione delle acque, il cui flusso verso nord segna il territorio svizzero, quello verso sud il territorio italiano. Lo scioglimento del ghiacciaio Theodul, che ha perso quasi un quarto della sua massa tra il 1973 e il 2010, ha lasciato il posto alla roccia, costringendo i due Paesi a ridisegnare i confini. Di solito, spiega Witch, la questione si risolve confrontando i dati raccolti dai due Paesi, senza necessità di interventi politici. Questa volta, però, la situazione è diversa, perché il rifugio Guide del Cervino dà un valore economico al terreno. Il ragionamento è chiaro: se il suolo su cui è necessario tracciare le nuove frontiere è ‘povero’, cioè non ha un valore misurabile dal punto di vista economico, la partita si gioca velocemente e non lascia feriti in campo. Se, invece, come in questo caso, c’è di mezzo una struttura che porta un valore aggiunto all’economia, ecco che la querelle si trasferisce sul piano diplomatico.
Dall’Italia nessun commento “per la complessa situazione internazionale“. Più loquace l’ex capo della delegazione svizzera, Jean-Philippe Amstein, che spiega che di solito queste controversie si risolvono attraverso uno scambio di territori di simile superficie e valore.
Il custode di Guide del Cervino, Lucio Trucco, 51 anni, è stato informato che rimarrà sul suolo italiano. “Il rifugio resta italiano – dice – perché siamo sempre stati italiani: il menu è italiano, il vino è italiano e le tasse sono italiane“. Questi anni di trattative hanno ritardato la ristrutturazione del rifugio, perché nessuno dei due Paesi ha potuto rilasciare i necessari permessi. I lavori non saranno quindi terminati in tempo per l’apertura, nel 2023, di una nuova funivia sul versante italiano del Piccolo Cervino.
(Photo credit: Tamer BÜKE)