Toh, chi si rivede: la foca monaca. Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha certificato il ritorno del mammifero, a rischio estinzione, nelle acque del Tirreno intorno all’isola di Capraia (Livorno). Non lo si vedeva da decenni in questo specchio di mare.
“Da oltre un anno, da quando è stato avvistato l’esemplare – hanno spiegato gli scienziati del’Ispra -, è in atto il monitoraggio della grotta dell’isola di Capraia (arcipelago toscano) scelto come dimora da una foca monaca. L’attività di verifica e monitoraggio ha coinvolto il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, l’Ispra, il Comune di Capraia e la Capitaneria di Porto. La foca monaca mancava dalle acque del Tirreno centrale dagli anni Sessanta e il suo ritorno ha un enorme valore per quanto riguarda la tutela della biodiversità marina. Sino ad oggi della foca monaca esistevano immagini solo di pochi secondi effettuate con riprese occasionali a filo d’acqua. Per la prima volta si riesce a vedere l’animale all’interno della sua ‘tana’ in fase di riposo nonché nei movimenti di entrata e uscita dall’acqua. Secondo una prima stima dovrebbe trattarsi di un esemplare adulto“.
La foca monaca è una specie classificata dalla Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) come specie minacciata di estinzione, ha nuclei riproduttivi accertati nel Mar Mediterraneo orientale principalmente in Grecia e Turchia e recentemente anche lungo le coste dell’isola di Cipro. La specie è rigorosamente protetta ai sensi della Direttiva europea Habitat ed è inclusa anche nelle principali convenzioni internazionali per la tutela della fauna e dell’ambiente (firmate e ratificate in Italia e nella maggior parte dei paesi del bacino Mediterraneo) e rappresenta il più raro mammifero marino in Europa. La foca è considerata una delle specie più minacciate del pianeta, con un contingente complessivo attuale stimato in circa settecento esemplari ripartiti tra il bacino Mediterraneo e le vicine coste dell’oceano Atlantico.
L’ultimo avvistamento di foca monaca validato da Ispra nell’Arcipelago Toscano, prima di quello di Capraia del 2020, era stato nel 2009 a Giglio Campese. Il 24 maggio 2020 un pescatore locale ha segnalato l’avvistamento di un esemplare osservato e filmato durante la sua attività di pesca. Il 9 giugno 2020 un turista, racconta di aver avvistato la foca facendo un video con il cellulare, in cui si osserva il profilo parziale di emersione dell’esemplare. A questi sono seguite altre segnalazioni di avvistamenti, privi di documentazione fotografica ma riportati dettagliatamente, avvenuti nel corso dell’estate 2020 intorno all’isola di Capraia ed un video di un esemplare osservato dai Carabinieri Forestali nell’autunno 2020 nelle acque costiere dell’isola di Pianosa.
Da subito sono stati attivati sopralluoghi e monitoraggi nell’ambito dei quali Ispra ha osservato un esemplare e raccolto evidenza di materiale biologico all’interno di una grotta dell’isola di Capraia. A partire dal 24 giugno 2020 un’ordinanza del Parco nazionale ha vietato l’accesso, in ogni forma e con ogni mezzo, nella zona, già classificata come zona B, compresa tra Punta delle Cote a nord e la Baia a sud di Punta delle Cote, nella costa occidentale dell’Isola di Capraia. Subito dopo sono state posizionate apposite telecamere di sorveglianza ed è stata allertata la Capitaneria di Porto (Direzione Marittima di Livorno) per le necessarie operazioni di presidio.
“Queste immagini sono una conferma straordinaria – ha detto Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi – e ripagano dell’impegno profuso negli ultimi anni. Ritengo che questo sia il risultato anche della sensibilità dei Capraiesi (con in testa l’Amministrazione comunale retta dalla sindaca Marida Bessi), della tempestività dei provvedimenti di salvaguardia adottati e dell’attivazione della vigilanza con le telecamere e con il controllo garantito dalla Capitaneria di Porto. Le immagini realizzate sono emozionanti e ringrazio le ricercatrici di Ispra per la professionalità e la passione che stanno mettendo in questo progetto che risulta essere uno dei più importanti tra i tanti condotti dal Parco Nazionale nel campo della conservazione della biodiversità. Sono certo che – anche grazie al prezioso supporto da parte di Blue Marine Foundation – avremo modo di implementare le conoscenze relative agli habitat di interesse per questa vulnerabile specie di mammifero marino e realizzare una sempre più efficace opera di sensibilizzazione sulla necessaria tutela del nostro mare“.
“Le immagini ottenute in questi giorni – commentano le ricercatrici Ispra Giulia Mo e Sabrina Agnesi – confermano la valenza dell’areale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano quale area di frequentazione della specie nonché dell’importanza delle misure spaziali di protezione e gestione offerte dal sistema dei parchi e delle aree marine protette italiane. L’allestimento di una estesa rete di monitoraggio in grado di fornire documentazione video-fotografica, come quella raccolta in questi giorni, permette di descrivere la presenza ed il grado di frequentazione di esemplari di foca monaca e di valutare l’andamento dello stato di conservazione della specie nei mari italiani nello spazio e nel tempo. Inoltre, questo sistema di raccolta dati viene condotta con protocolli e metodologie non invasive, sia in fase di installazione che di operatività, che non recano disturbo agli esemplari durante la loro permanenza in grotta. Questi primi risultati non sarebbero stati possibili senza l’efficace intervento dell’Ente Parco e delle istituzioni territoriali coinvolte per il suo tramite, che oggi partecipano a questa conferenza stampa e che ringraziamo“.