Corrao (Verdi): “Riforma mercato elettrico? Siamo in ritardo, correre ai ripari”

L'europarlamentare non appare soddisfatto al 100% per quello che è stato messo sul tavolo ma confida a GEA che non sarà il suo partito a creare ostacoli

Siamo già in ritardo”. La riforma del mercato elettrico serve perché serviva anche prima della guerra, ma l’Europa si sta dotando di un qualcosa che assomiglia a “una copia sbiadita in bianco e nero”. Al netto di tutto, però, “meglio correre ai ripari adesso e non aspettare un altro decennio”. Ignazio Corrao, europarlamentare dei Verdi, non appare soddisfatto al 100% per quello che è stato messo sul tavolo, ma, confida nell’intervista concessa a GEA, non saranno i Greens a creare ostacoli. “Credo che l’obiettivo sia terminare il primo possibile e dare un segnale ai cittadini europei prima delle elezioni. I mesi tra ottobre e dicembre saranno cruciali”.

Avanti con discussione e iter di approvazione, con i Verdi che, assicura Corrao, cercheranno di migliorare l’impostazione generale e sventare i tentativi di quanti invece intendono lavorare in senso opposto. “Certo il rischio è dietro l’angolo, e partiti di destra come Ppe (Popolari), Ecr (Conservatori) o Id (sovranisti) faranno di tutto per tenere aperte le porte alle fossili. Senza contare la clamorosa spinta sul nucleare di Renew (liberali) che può contare sul partito di Macron e il supporto di vari paesi dell’est”. Tutti “giochi di potere e negoziazioni che possono far male alla proposta”, che comunque porta con sé elementi positivi e condivisibili. A partire dall’introduzione del divieto di disconnessione elettrica, che Corrao non esista a considerare “un grande successo”. Perché, ricorda, “noi come Verdi europei abbiamo chiesto tariffe elettriche scontate per le famiglie a basso reddito”. Illuminazione e riscaldamento “non devono diventare beni di lusso”. Per cui bene così. “Le persone hanno diritto all’energia, a contratti equi e alla libertà di produrre e condividere la propria energia”. Bene anche tassare gli extra-profitti dei ricavi marginali anche se, a detta di Corrao, c’è in deficit di coraggio nel prevederlo solo in casi eccezionali. “Stiamo parlando di ricavi marginali, non vedo il problema per non estendere la tassazione anche con un meccanismo permanente”. In fin dei conti “stiamo parlando di extra profitti di imprese che hanno decine se non centinaia di miliardi di euro, sia in periodo di crisi che non”.

Ancora, tra le cose che l’europarlamentare italiano dei Verdi accoglie è l’assenza di un disaccoppiamento dei prezzi di luce e gas. “Dalla nostra prospettiva di verdi europei non possiamo che apprezzare il fatto che la Commissione non abbia accolto questa istanza, come gruppo siamo contrari al disaccoppiamento e per il mantenimento del ‘merit order’”.

A rendere “sbiadita” la proposta di riforma è lo spazio riconosciuto all’energia da atomo. “Sono molto critico sul fatto che le energie rinnovabili e l’energia nucleare ricevano pari trattamento”. Questo si traduce, per Corrao, in “un dono all’industria nucleare e una redistribuzione dal basso: dalle tasche dei consumatori alle imprese dell’energia nucleare”. Qui la distanza con l’esecutivo comunitario non potrebbe essere più ampia. “L’energia nucleare non è compatibile con un approvvigionamento energetico sostenibile. Investire nel nucleare significa investire nel passato”, e contraddice lo spirito del Green Deal. “La transizione verde deve basarsi su fonti rinnovabili al cento per cento”. Il mercato elettrico dell’Unione europea, insiste “deve essere incentrato sulle energie rinnovabili senza aprire lo spiraglio a nuove dipendenze (gas o nucleare) che ci porterebbero a nuovi ricatti sul medio lungo termine senza dimenticare gli obiettivi climatici”. Perché alla questione ambientale si è aggiunta quella geopolitica.

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