La Sala Serpieri di Palazzo della Valle, sede nazionale di Confagricoltura, ritorna agli antichi splendori, completamente restaurata e con una nuova illuminazione. In una giornata “importante” come quella di oggi, in cui “celebriamo la bellezza di un’opera d’arte del genere, che ritorna alle sue origini“, è giusto anche “mettere al centro i temi di discussione e le preoccupazioni che oggi il settore dell’agricoltura affronta“, confessa il presidente Massimiliano Giansanti, che approfitta del momento per riflettere sui fattori che piegano il comparto.
Il quadro internazionale, la guerra in Ucraina, nel golfo arabico e le difficoltà che si riscontrano anche sul canale di Suez, denuncia, mettono “seriamente in difficoltà” non solo le imprese dell’industria e del commercio ma anche le attività agricole e i consumatori: “Sempre di più sono i fattori esogeni che vanno a incidere sul costo di produzione e trovano un uguale risultato nell’ aumento dei prezzi al consumatore. Questo non ce lo possiamo permettere”.
Gli imprenditori agricoli, rivendica Giansanti, sono “lo scheletro su cui si regge la comunità” e portano sulle spalle il peso della responsabilità di dover “garantire la certezza di cibo per tutti“. Ma l’instabilità del momento, ribadisce, “non fa bene a nessuno“.
Tanto più che il comparto deve fare i conti non solo con le speculazioni e l’inflazione, ma anche e soprattutto con il cambiamento climatico. “L’agricoltura è custode e qualche volta vittima dell’ambiente”, osserva il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, nel corso dell’inaugurazione della sala. Parla di un “bisogno straordinario” di agricoltura e di un “rapporto molto stretto” con la Chiesa: “In agricoltura c’è comunità, l’agricoltura invita all’attesa in un momento in cui c’è bulimia digitale. La terra richiede manutenzione, pazienza, lavoro. Per questo abbiamo tanto bisogno della terra, come filosofia, modo di vivere, capacità di scelta delle cose che contano davvero. Nella terra c’è moltissima integrazione e preoccupazione per le aree interne”, scandisce.
“Dove non si fa agricoltura il territorio è più soggetto a danni che potrebbero essere mitigati dagli agricoltori”, fa eco il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra. E’ per questo che, conferma, si deve fare in modo che “agricoltura e ambiente vadano di pari passo”.