
La terra trema sempre nei Campi Flegrei, oggi però trema più forte. Con una scossa di magnitudo 4.6, come non si registrava dal 13 marzo scorso, comunque la più forte degli ultimi 40 anni. Il terremoto, a una profondità di 5 chilometri, si è verificato alle 12.46 nel golfo di Pozzuoli ma è stato avvertito nettamente anche a Napoli.
La deformazione del suolo “continua con lo stesso andamento già dall’inizio di aprile di quest’anno”, spiega Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’osservatorio vesuviano. E’ quindi prevedibile che accadano nuove scosse.
“Purtroppo bisogna convivere con questo fenomeno, fintanto che si mantiene a questi livelli di energia, anche se la scossa di oggi è stata la più forte“, commenta il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, entrando in consiglio dei ministri a Palazzo Chigi.
Qualche crollo, qualche frana e molta paura, ma sembra non ci siano feriti. La ricognizione di tecnici e vigili del fuoco è in corso. Sullo stato di emergenza, Musumeci torna a ripetere: “La valutazione non la fa la politica ma i tecnici. Rispetto a quello che è accaduto nei mesi passati non vedo una discontinuità, speriamo rientri tutto”.
Intanto, i disagi sui trasporti sono tantissimi. La circolazione dei treni sul nodo di Napoli è stata sospesa in via precauzionale per verifiche tecniche. I treni Alta Velocità, Intercity e Regionali cumulano ritardi che superano i 100 minuti. I Regionali vengono deviati o cancellati. “Il ministro Matteo Salvini sta seguendo con la massima attenzione le ricadute su infrastrutture e trasporti“, fa sapere il Mit, mentre i tecnici di Rfi completano i controlli, che vanno avanti anche sulla rete stradale di competenza Anas.
“La situazione è abbastanza tranquilla, criticità sul territorio non ce ne sono, anche perché l’epicentro è nel golfo di Pozzuoli, zona Bacoli, con una profondità molto elevata, si parla di circa di 5 km e con un’accelerazione minima rispetto alle altre scosse, quindi è stata avvertita poco sul sul nostro territorio“, spiega il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni. “Naturalmente è una scossa di magnitudo importante, che segnala come il fenomeno sia ancora in attività, ma noi siamo pronti a rispondere alle criticità che potrebbero susseguirsi”, precisa. Il sollevamento del suolo prosegue dalla fine di febbraio con una velocità dell’ordine dei 15 millimetri al mese, conferma Francesca Bianco, direttrice dipartimento vulcani dell’Ingv: “Questo significa che la crosta terrestre accumula lo sforzo e poi lo libera generando dei terremoti”. Al momento, però, il rischio principale per la popolazione, che è quello di un’eruzione imminente “non c’è”, assicura. Nessun elemento fa pensare a una risalita magmatica nei primi chilometri della crosta, “questo sarebbe il vero elemento che metterebbe ovviamente da mettere sul tavolo nel caso in cui ci si dovesse preoccupare di un’eruzione imminente”. Al momento, il problema non è questo.