Focolaio di aviaria nel Torinese: abbattute 55mila galline

Tutti i capi di un allevamento di Chivasso sono risultati positivi al virus. Controlli rafforzati in tutto il Piemonte

Circa 55mila galline sono state abbattute in un allevamento a Chivasso, in provincia di Torino: tutti i capi sono risultati positivi al virus dell’influenza aviaria. Si tratta dell’unico focolaio in Piemonte. Come spiega l’Asl To4, le operazioni di abbattimento sono terminate venerdì 7 febbraio e le carcasse sono state smaltite attraverso una ditta specializzata. Al momento non ci sono altri capi infetti da abbattere e, in assenza di ulteriori focolai, l’allevamento potrà ripopolare e riprendere l’attività trascorso un periodo di circa un mese dal termine delle operazioni di disinfezione. L’abbattimento, spiegano dall’azienda sanitaria, è stato necessario “per proteggere gli altri allevamenti. Riuscire a isolare la malattia nel focolaio significa salvaguardare milioni di altri animali. Per questo il provvedimento è stato drastico, vista l’altissima contagiosità della malattia”.

Il sospetto della malattia è stato rilevato dall’Istituto Zooprofilattico di Torino il 31 gennaio a seguito di un aumento anomalo della mortalità. Come previsto dalla normativa nazionale ed europea, l’allevamento è stato subito posto sotto sequestro da parte dei servizi veterinari dell’Asl TO4 ed è stata avviata un’indagine epidemiologica, per risalire alla possibile causa di introduzione del virus. Nel nord Italia, infatti, i focolai sono numerosi, concentrati in modo particolare in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna. E’ presente anche un focolaio selvatico nelle Marche.

La conferma che si trattasse di aviaria è arrivata il primo febbraio, da parte del Centro di referenza nazionale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. E’ stata, quindi, istituita la cosiddetta zona di protezione, cioè nel raggio di 3 chilometri dal focolaio, e la zona di sorveglianza, a ulteriori 10 chilometri dal focolaio. Qui si trovano circa 40 allevamenti. “L’individuazione di queste zone – spiega l’Asl – è fondamentale per attuare le necessarie misure di sorveglianza sugli allevamenti presenti per escludere la diffusione del virus e ad attuare le dovute restrizioni nella movimentazione dei capi”.

I controlli sono stati estesi a rafforzati in tutta la regione, ma al momento non sono stati segnalati altri casi sospetti.

Per garantire la sicurezza degli allevamenti è dei consumatori sono state previste delle restrizioni nei comuni vicini a Chivasso (Brandizzo, Brusasco, Caluso, Casalborgone, Castagneto Po, Cavagnolo, Chivasso, Cinzano Crescentino, Gassino Torinese, Lauriano, Mazzè, Montanaro, Monteu da Po, Rivalba, Rondissone, Saluggia, San Benigno Canavese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Sciolze, Torrazza Piemonte, Verolengo, Verrua Savoia, Villareggia, Volpiano). Pollame e uova provenienti da allevamenti che si trovano nella zona di sorveglianza non potranno essere quindi essere commercializzati sulle aree mercatali.