Se sta bene il Pianeta, stiamo meglio anche noi, perché salute e ambiente sono facce della stessa medaglia. L’Unione europea l’ha capito bene, con l’approccio One Health. “Solo in Italia ci sono stati 70mila morti per inquinamento da polveri sottili nel 2020. Come legislatori e politici dobbiamo tener presente la grande sfida ambientale”, scandisce Beatrice Covassi, eurodeputata dem della commissione Itre (industria, ricerca ed energia) del Parlamento europeo. Ne ha parlato durante l’evento organizzato da Withub (con la direzione editoriale di Gea ed Eunews) ‘Il nuovo approccio europeo alla salute e le ricadute per il sistema italiano‘, a Roma, nella sede di Europa Experience – David Sassoli.
“La salute va tutelata con una politica integrata“, le fa eco Maria Angela Danzì, eurodeputata pentastellata della commissione Envi (ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare). La salute umana, sottolinea, va preservata “tutelando l’ambiente, l’alimentazione, lottando contro la povertà e il disagio sociale che aggravano alcune patologie, come quelle di natura mentale“, osserva. Tutto questo non si può fare se l’Europa non cambia fino in fondo “e sta cambiando“, garantisce l’eurodeputata. I temi ambientali sono diventati centrali, sottolinea, e “non sono riserva di alcune forze politiche“. “Solo l’Italia – ammette – non ha ancora la consapevolezza che la transizione ecologica vada affrontata in maniera strutturale con risorse e fondi sovrani europei”.
La nuova strategia ‘Farm to fork‘ ha in primo piano non solo il Pianeta, ma la nostra salute, ricorda Carlo Corazza, direttore dell’ufficio di collegamento dell’Europarlamento in Italia. “Alcune iniziative sono controverse, penso a Nutriscore ed etichettatura degli alcolici, ma il dibattito è aperto. Si sta ragionando su come si avrà una politica agricola che tutelerà sempre più la nostra salute. Così la strategia del Green Deal, come le politiche di tutela dell’ambiente, hanno al centro anche la salute delle persone”, conferma.
Salute è anche alimentazione. Su questo fronte, la tradizione italiana della dieta mediterranea è un vantaggio: “Ci ha protetti fino a oggi“, spiega Michele Carruba, presidente Centro studi e ricerche sull’obesità. Gli adulti sono più protetti rispetto agli altri Paesi d’Europa, con meno casi di obesità, ma non è più così per i bambini, avverte: “Questa tradizione si sta interrompendo. Oggi stiamo perdendo le nostre abitudini alimentari e questo ci porta a orrori alimentari che hanno un impatto sulla salute notevole“. Carruba esorta a tornare alla dieta mediterranea che ha dimostrato di essere in assoluto, a livello mondiale, “la più sana e salubre“: “La gente pensa di mangiar bene ma non sa, perché nessuno glielo insegna”.
Cruciale è passare dalle scuole: “Educare i bambini alla sana alimentazione è fondamentale”, ribadisce Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss. Oltre a questo, è la raccomandazione del professore, non bisogna trascurare le abitudini quotidiane: “Cose molto semplici come salire le scale a piedi o fare 30 minuti di camminata veloce sono semplici azioni di attività fisica da integrare nelle nostre abitudini di salute, a cui poi aggiungere l’attività sportiva“.
La Figc organizza progetti educativi nelle scuole, ma anche per i minori non accompagnati in cerca d’asilo, per i ragazzi con difficoltà cognitive, “sono progetti sociali straordinari“, racconta il segretario generale, Marco Brunelli. “La leva dello sport come educazione ai corretti stili di vita è una chiave fondamentale”, afferma. Secondo l’Ocse, oltre il 44% degli italiani non pratica adeguata attività fisica, siamo il 4° peggior Paese a livello Ocse. L’Italia non lo pratica e non investe neanche abbastanza nello sport. Pochi soldi, ma anche poche infrastrutture e pochi impianti sportivi. La quota di investimenti per rilanciare le infrastrutture all’interno del Pnrr è di un miliardo di euro circa, diviso tra scuole e impianti sportivi, appena lo 0,5 per cento dell’intero Piano, che conta quasi 200 miliardi di euro. Molti dei soggetti beneficiari del Pnrr, come regioni e enti locali, “si trovano di fronte a un aumento dei costi e si rischia di non completare le opere”, denuncia Giovanni Malagò, presidente del Coni, in un videomessaggio trasmesso nel corso dell’evento. Luca Torresan, direttore marketing e comunicazione di McFit Italia, si spinge a chiedere che lo Stato consideri l’attività sportiva come un “farmaco naturale” e in quanto tale preveda degli incentivi allo sport: “la detrazione fiscale dell’iscrizione in palestra e portare l’Iva al 10%”: “E’ inutile prenderci in giro, una popolazione in salute costa meno a tutti“.