Il nuovo approccio europeo alla salute, inevitabilmente, ha delle ricadute su tutti i sistemi dei Paesi membri. Non sfugge ovviamente l’Italia, in cui si articola lungo diverse direttrici e differenti angolature. In questo contesto, rientrano di sicuro i farmacisti, da sempre figure importanti e rassicuranti per la popolazione, che negli ultimi anni hanno acquisito ancora più forza per il ruolo che hanno assunto in una delle fasi più difficili della nostra storia, durante la pandemia.
“L’approccio ‘One health’ è una realtà” e “sicuramente è la maniera giusta per affrontare la situazione della sanità attuale”, dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, interpellato da GEA su uno degli argomenti che stanno più a cuore ai cittadini. Questo approccio, però, si porta dietro “tutte le incognite di una sfida che anche in Italia vedo riflessa” e “che sostanzialmente declina il futuro della sanità”, anche quella “territoriale”. Tirando le somme, dunque, si tratta di “un approccio sicuramente giusto da diversi punti di vista”.
Tornando con la mente al 2020, 2021 e anche in parte al 2022, non si può evitare di capire, dal punto di vista dei farmacisti, se la pandemia abbia lasciato come eredità anche un bagaglio di conoscenze che ci potranno essere utili nel presente come nel futuro. Mandelli, però, avvisa: “Il rischio che si dimentichi tutto è concreto e tangibile”. Eppure “la pandemia ci ha insegnato tantissime cose, ha messo a nudo i difetti del nostro sistema” ma “ha anche messo in luce la grande, straordinaria” importanza del nostro Sistema sanitario nazionale. Ma la memoria di quel periodo deve rimanere viva, perché “abbiamo imparato a nostre spese che senza salute non c’è libertà, senza salute non c’è lavoro, senza salute non c’è socialità”, sottolinea il presidente della Fofi.
Quella del Covid è pure “un’esperienza che secondo me ha profondamente mutato i contesti sociali e che ha visto cambiare anche l’approccio verso il mondo della salute”, ragiona Mandelli.
Allargando il discorso, c’è da capire se anche a livello continentale, o meglio di istituzioni continentali, l’atteggiamento sia cambiato verso questa categoria. “In generale il ruolo del farmacista è importante in tutta Europa”, mette subito in chiaro. Citando “l’esperienza delle vaccinazioni, che è stata importante”, per far capire il contesto. “In Francia i farmacisti possono addirittura prescrivere le vaccinazioni” ricorda, mentre “in italiano il significato di questa parola è molto chiaro e netto”. Semmai “il tema è capire quanto questo professionista” del mondo della sanità “abbia un ruolo fondamentale. E credo che la gente lo abbia capito. Sicuramente in Italia è così”, spiega Mandelli. Ma anche se “l’Europa, secondo me, farà probabilmente più fatica a percepire questa cultura”, la realtà è che “la visione è cambiata”.
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