Dai nuovi boschi un ‘capitale naturale’ da 23,5 milioni l’anno

Il dato emerge dalla terza edizione dell'Atlante delle Foreste, indagine condotta da Legambiente

foresta

I nuovi progetti di rimboschimento sono un vero e proprio ‘capitale naturale‘ per l’Italia, con benefici ambientali ed economici. Ma non sono poche le criticità che rischiano di non far raggiungere gli obiettivi del Pnrr. Sono quasi 2,9 milioni gli alberi piantati in Italia tra il 2022 e i primi mesi del 2023 su una superficie di 4.504 ettari, pari a circa 6.500 campi di calcio. L’istantanea la scatta la terza edizione dell’Atlante delle Foreste, indagine condotta da Legambiente. Sono più di 730 le nuove forestazioni urbane ed extraurbane censite sul territorio nazionale ed effettuate con fondi pubblici (Decreto Clima, PNRR, fondi regionali o provinciali) e risorse private. Le nuove aree verdi sono in grado di generare un beneficio complessivo da oltre 23,5 milioni di euro per ciascuno degli anni di vita di alberi e arbusti messi a dimora.

Le nuove piantumazioni sono fondamentali “per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica che anche il nostro Paese deve raggiungere“, ricorda Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Gli ecosistemi ed i suoli forestali sono i principali serbatoi naturali terrestri di carbonio e giocano un ruolo chiave per mitigare gli effetti della crisi climatica in atto, ma sono anche la base del nostro capitale naturale e di ricchezza di biodiversità forestale“, spiega. In Italia sono presenti 39 habitat riconosciuti di interesse comunitario dalla Ue e, con il 36,7 % del territorio coperto da foreste pari a oltre 11milioni di ettari, siamo il secondo Paese europeo per copertura forestale. Ma i dati che emergono dalle indagini, denuncia Zampetti, “segnalano l’esigenza di un maggior impegno per il raggiungimento degli obiettivi posti, bisogna spendere di più e meglio nella cura e nella gestione del nostro patrimonio forestale, a partire dalle città che devono accelerare nella messa a dimora di alberi per conseguire gli obiettivi della dell’UE che propone di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030”.

Tante le note positive, ma anche le criticità ancora da superare. Tra i principali benefici generati per i territori dalle nuove opere di forestazione la mitigazione di eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell’aria e del suolo, di cui è stata stimata un’incidenza economica positiva di 2.202,9 euro per ettaro all’anno. Ma non solo. Significativo anche l’impatto generato in termini di turismo sostenibile e attività culturali, con una valutazione di 639,2 euro per ettaro anno. Grazie alle attività di forestazione, si garantiscono poi la disponibilità della biodiversità e del funzionamento degli ecosistemi forestali per le generazioni future. In questo caso la stima individua un apporto di 2.342,5 euro per ettaro ogni anno.
Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono le Regioni con il più alto numero di alberi messi a dimora. Sul podio delle Città metropolitane ci sono Torino, Venezia e Bologna che hanno beneficiato dei fondi provenienti dal Decreto Clima e Pnrr. Quanto alle 14 Città metropolitane italiane, il Pnrr ha previsto la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi entro il 2024 con l’obiettivo di piantare 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e i restanti 5 milioni entro la scadenza fissata. Fatto salvo Venezia e Torino, la quasi totalità dei progetti ammessi al finanziamento si trova ancora nella fase di scouting o di planting, ovvero si è provveduto ad individuare le aree idonee e a produrre nei vivai le piante che si prevede saranno messe a dimora entro la fine del 2023. Per l’assegnazione di fondi del Pnrr non si è considerata la problematica legata alla mancanza di suolo pubblico per la realizzazione degli interventi di forestazione, inserendo vincoli sugli ettari minimi delle aree. Alcune Città metropolitane, per via di progetti di rimboschimento già avviati e a causa del crescente consumo di suolo, non avendo aree sufficientemente grandi per creare nuovi boschi urbani, non hanno potuto trarre vantaggio da questi fondi: tra queste, ad esempio, Milano e Firenze. Nel 2022, su 105 capoluoghi la media è di soli 24 alberi ogni 100 abitanti che allontana per il Paese il raggiungimento, non solo degli obiettivi previsti dal PNRR, ma anche da quelli della Strategia dell’UE sulla biodiversità di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030 e dall’obiettivo 11 dell’Agenda Onu di città più sostenibili e inclusive. Il trend per i progetti di rimboschimento è comunque in lieve crescita: +15,7% rispetto all’anno precedente, e 169.799 alberi piantati solo dal settore privato, con un aumento del 30% rispetto al 2021.

Altro problema è che non ci sono sufficienti alberi da piantare. Gli ultimi anni sono stati infatti caratterizzati dalla chiusura di molti vivai forestali pubblici, organi fondamentali e di garanzia per la forestazione. La carenza di personale, lo stato di abbandono di alcuni vivai e la mancanza di programmazione e investimenti hanno indebolito notevolmente il settore, rallentando di conseguenza i piani di messa a dimora. A questo si aggiungono anche le conseguenze del riscaldamento globale. Aumento delle temperature, siccità e incremento dei fenomeni meteorologici estremi condizionano la tenuta degli alberi, per cui è necessario ridefinire il controllo delle aree verdi programmando in maniera più mirata le varie fasi d’intervento. La problematica degli incendi, in particolare, “occorre – , sottolinea il Cigno verdeaffrontarla con un cambio di prospettiva, che porti a spostare gli investimenti dalla gestione delle conseguenze alla loro prevenzione“.