Delle banconote non si butta niente: la seconda vita del contante

Entro la fine del 2022 la Banca d'Italia invierà a impianti di termovalorizzazione la quota residuale di banconote logore attualmente smaltita in discarica o inviate a impianti di incenerimento

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Come della carne del maiale, anche delle banconote non si butta via niente. Quelle vecchie e triturate alla fine producono energia. Ma è tutto il percorso del denaro che tocchiamo tutti i giorni a diventare sempre più sostenibile.

Come si legge nel rapporto ambientale 2022 della Banca d’Italia, innanzitutto va sottolineato come l’istituto di Via Nazionale provveda alla stampa delle banconote presso uno stabilimento produttivo dotato dal 2004 della certificazione ambientale ai sensi della ISO 14001. E recentemente sono state avviate alcune iniziative che potranno contribuire a ridurre sia i consumi energetici dell’edificio, sia gli impatti sull’ambiente del processo produttivo. Nel 2021 sono stati conclusi gli interventi di miglioramento dell’impianto di depurazione dei reflui industriali della struttura: in particolare, oltre all’ampliamento delle funzionalità di supervisione e controllo dell’impianto, è stato installato un sistema per la misurazione nel continuo degli inquinanti, le cui rilevazioni saranno integrate nella stazione di supervisione. Inoltre nell’ultimo quinquennio la maggior parte dei rifiuti speciali originati dal processo di produzione delle banconote sono stati inviati a impianti di recupero (ad es. riciclo, rigenerazione, termovalorizzazione, messa in riserva) in via preferenziale rispetto allo smaltimento (ad es. discarica, incenerimento, deposito preliminare).

Passiamo ora dalla produzione alla rottamazione. Intanto Banca d’Italia tiene a far sapere che cura – presso il Servizio Gestione circolazione monetaria e presso 34 filiali – la selezione periodica delle banconote in circolazione, con l’obiettivo di garantire i previsti standard di qualità del contante. E le banconote che in fase di selezione sono giudicate non più idonee alla circolazione, in quanto logore o usurate, sono ridotte in frammenti. Di recente fra l’altro la Bce ha rivisto i criteri relativi alla gestione dei rifiuti costituiti da banconote triturate, chiedendo alle banche centrali di abbandonare lo smaltimento in discarica entro il 2022. Via Nazionale però non ha aspettato il 2022, poiché – si legge nel rapporto ambientale – già nel 2021 la quota inviata a impianti di termovalorizzazione o a impianti per la produzione di combustibile solido secondario è stata pari all’88%. Comunque, entro la fine del 2022, l’istituto si adeguerà alle indicazioni di Francoforte inviando a impianti di termovalorizzazione anche la quota residuale di banconote logore attualmente smaltita in discarica o inviate a impianti di incenerimento.

I contanti ridotti in brandelli tuttavia non producono solo energia nel termovalorizzatore. Merita di essere segnalato infatti, nell’ambito di un progetto della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che la sede partenopea di Bankitalia ha fornito un piccolo quantitativo di banconote logore triturate per la realizzazione in laboratorio di alcuni campioni di mattoni e di intonaci a base di calce. I risultati preliminari sono positivi: la presenza dei frammenti di banconote logore nella calce migliora le caratteristiche di resistenza alla flessione del materiale sia nel confronto con i provini realizzati senza additivi, sia rispetto a quelli realizzati addizionando altri prodotti di scarto come materie plastiche e canapa.

Come dire: una banconota è per sempre…

(Photo credits: VINCENZO PINTO / AFP)