Draghi vola a Washington da Biden. Sul tavolo energia, clima e Ucraina

Il premier Mario Draghi e il presidente Usa, Joe Biden

Una missione tanto attesa eppure contestata da una parte della sua maggioranza. Mario Draghi oggi è a Washington per incontrare il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in una fase delicatissima della strategia geopolitica occidentale, tra le mosse da adottare per contenere Vladimir Putin e la rimodulazione del piano del Vecchio continente. Tra il capo del governo italiano e l’inquilino della Casa bianca c’è una sintonia forte, forse anche più che con gli altri leader Ue.

Ma Draghi dovrà stare attento a non far arrivare messaggi a Roma che possano aumentare le fibrillazioni nella coalizione che sostiene il suo esecutivo, dopo la pericolosa sbandata sul decreto Ucraina, quando un emendamento del cinquestelle Mario Turco, che avrebbe abolito lo spostamento dei 150 milioni dalle bonifiche dell’ex Ilva di Taranto all’attività produttiva delle acciaierie italiane, è stato bocciato (nonostante l’asse M5S-Pd) solo per un pareggio dei voti, 14-14. Un episodio che ha indotto Matteo Salvini a informare il presidente del Consiglio di avere l’appoggio della Lega, ma di essere preoccupato per gli “strappi” di dem e Movimento. Perché le frizioni con i pentastellati sono ormai note: non è un mistero che Giuseppe Conte storca il naso per non aver visto transitare l’ex Bce nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama prima di imbarcarsi verso l’America.

Draghi avrà il primo incontro ufficiale già nel primo pomeriggio statunitense. Sarà l’occasione per riaffermare la storica amicizia, il forte partenariato tra i due Paesi e le eccellenti relazioni bilaterali con una riaffermata solidità del legame transatlantico. Il premier e il presidente Usa parleranno del coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e di contrasto all’aggressione della Russia. Coordinamento costante e in continuità con i regolari contatti mantenuti anche in ambito Quint.

Ma il conflitto non sarà il solo argomento di cui i due leader – che non si vedono di persona dal G20 di Roma lo scorso ottobre – dovranno discutere, ovviamente. Il faccia a faccia offrirà anche l’occasione per uno scambio di vedute sulle sfide globali di interesse comune, sui preparativi dei Vertici G7 e Nato in programma a giugno e sulla cooperazione in materia di sicurezza energetica, digitale, alimentare e di cambiamento climatico. Anzi, una fetta consistente di tempo dei colloqui sarà riservato alle prossime sanzioni da comminare alla Russia e che dovranno riguardare le forniture di gas e petrolio. L’Italia, così come l’Europa, sta accelerando il piano strategico di diversificazione degli approvvigionamenti energetici per liberarsi definitivamente dalla dipendenza delle forniture russe. E per questo obiettivo il sostegno degli Usa può diventare molto importante.

Il viaggio di Draghi negli Stati Uniti proseguirà mercoledì 11 maggio, quando sarà alla sede del Congresso per un incontro bipartisan con la leadership dell’assemblea e con la speaker, Nancy Pelosi. Infine, in serata l’Atlantic Council conferirà al premier il Distinguished Leadership Award 2022: il sarà consegnato dal segretario americano al Tesoro, Janet Yellen. Dopodiché Draghi tornerà in Italia, sperando che nel frattempo le tensioni si siano ridimensionate.