
Due miliardi di euro in più di risorse del Pnrr al ministero dell’Agricoltura. A prevederlo la proposta di rimodulazione discussa questa mattina a Palazzo Chigi nella Cabina di regia Pnrr convocata alla presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e presieduta dal ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti. A beneficiarne sarà la misura ‘Contratti di filiera’, col fondo che avrà ora una disponibilità di quattro miliardi di euro.
Le risorse del Pnrr dedicate al settore primario sono state infatti più che raddoppiate dal governo Meloni, passando da 3,6 miliardi previsti nel 2021 agli 8,5 attuali. I fondi da investire per lo sviluppo del sistema agricolo dal 2023 raggiungono così circa i 15 miliardi di euro. La decisione di rafforzare la misura nasce dal successo ottenuto dai ‘Contratti di filiera’. Approvata con la rimodulazione del piano di gennaio 2024, l’Italia avrebbe dovuto sottoscrivere contratti per un miliardo di euro entro giugno 2025 ma l’obiettivo è stato raggiunto e superato di oltre il 25%, con 1,256 miliardi di euro di contratti sottoscritti. I progetti di filiera finanziati ad oggi sono 63, con 1.042 imprese coinvolte e 2 miliardi di euro di investimenti liberati, grazie al cofinanziamento previsto e all’accesso agevolato al credito e l’elevato moltiplicatore economico. “I contratti di filiera – sostiene il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste, Francsco Lollobrigida – rappresentano uno strumento strategico per la crescita e la modernizzazione delle aziende e delle filiere agricole italiane. Le imprese potranno investire in digitalizzazione, innovazione ed efficientamento energetico, migliorando la produttività e riducendo sprechi e costi raggiungendo così l’obiettivo di una maggiore sostenibilità del comparto agricolo”.
Al tempo stesso, ulteriori somme verranno dedicate alla misura ‘Parco agrisolare’ per soddisfare le numerose domande meritevoli di finanziamento. Con questo investimento ad oggi sono state finanziate oltre 23.000 imprese e installati 800 MW di capacità rinnovabile. Il nuovo obiettivo è raggiungere 1,7 GW entro il 2026, superando il target concordato con Bruxelles (1,3 GW) e quadruplicando quello originario del 2021 fissato a 400 MW. Come evidenziato da Lollobrigida, secondo l’Istat nel 2024 il settore ha registrato un +2% di valore aggiunto, contribuendo in maniera sostanziale alla crescita del Pil Italiano. Il reddito degli agricoltori italiani è quello cresciuto di più in Europa in termini nominali, risultati a doppia cifra contro una media europea dello 0,9%, mentre le esportazioni agroalimentari nel 2024 hanno toccato il record storico di 70 miliardi di euro.
“Sosteniamo – ha proseguito il ministro – i nostri agricoltori, allevatori e pescatori per riconoscere loro una remunerazione sempre più equa e giusta”. Secondo Lollobrigida, l’energia verde “non si produce sacrificando i terreni ma utilizzando impianti e infrastrutture delle aziende agricole. Ne abbiamo già finanziate 24mila e continueremo ad investire su questo settore che permette di abbattere i costi di produzione agli imprenditori agricoli ma anche di garantire l’ambiente”.
La notizia arriva nel giorno della protesta della Coldiretti, con manifestazioni da nord a sud del Paese “per dire basta ai trafficanti di grano che schiacciano il prodotto nazionale sotto i costi di produzione, costringendo le imprese agricole a lavorare in perdita e spingendo sempre più sulle importazioni estere”. Un grido partito da Bari, cuore del ‘Granaio d’Italia’, e Palermo, con manifestazioni contemporaneamente anche a Cagliari, Rovigo e Firenze. A rischio – sostiene la Coldiretti – ci sono quasi 140mila imprese agricole, soprattutto nel Mezzogiorno. La protesta arriva mentre il prezzo del grano duro è crollato a 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, tornando ai livelli pre-guerra in Ucraina, mentre i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. Un chilo di pasta oggi viaggia sui 2 euro, ma agli agricoltori vengono riconosciuti appena 28 centesimi al chilo di grano.
Per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “bisogna ridare dignità agli agricoltori, rispettando la legge sulle pratiche sleali che vieta la vendita sotto i costi di produzione”. Da Roma Lollobrigida è intervenuto in collegamento con le piazze di Bari e Palermo per tranquillizzare i manifestanti e assicurare loro il sostegno delle istituzioni alla filiera: “Il grano duro italiano non è soltanto una coltura, ma rappresenta la nostra identità. Per questo già nel 2024 abbiamo garantito 30 milioni di euro per i contratti di filiera, coprendo oltre 130 mila ettari per circa 9mila aziende agricole. Crediamo nella concorrenza ma in quella leale, basata sulla reciprocità dei costi di produzione e sulla possibilità di individuare un prezzo equo”.